RnS: a Rimini si apre la 45ª Convocazione nazionale, “non esiste cammino senza esperienza di fraternità”

(Foto Edoardo Valente)

Si è aperta alla Fiera di Rimini la 45ª Convocazione nazionale dei cenacoli, gruppi e comunità del Rinnovamento nello Spirito Santo, in programma dal 22 al 25 aprile sul tema “‘Vogliamo vedere Gesù!’ (Gv 12, 21): è Lui che passa beneficando e risanando” (At 10, 38). Oltre 6mila i convenuti da ogni parte d’Italia e dall’estero. L’evento cade all’indomani dei rinnovi degli Organi pastorali di servizio del livello nazionale del RnS per il quadriennio 2022-2025. La prima sessione, dopo l’accoglienza e la preghiera comunitaria carismatica con l’Atto di affidamento a Maria, si è aperta con il messaggio di Pino Scafuro, moderatore di Charis International (Servizio internazionale per il Rinnovamento carismatico cattolico), che, accolto da Salvatore Martinez e Giuseppe Contaldo, rispettivamente presidente uscente ed entrante del Rinnovamento, ha illustrato il video sul Programma di formazione integrale, mirato a completare la conoscenza delle questioni specifiche e concrete che un servitore del Rinnovamento Carismatico Cattolico deve affrontare per approfondire la conoscenza spirituale e psicologica di sé (https://www.charis.international/it/programma-di-formazione-integrale/). Quindi, la relazione sul tema “Camminate secondo lo Spirito” (Gal 5, 16), a cura di Mario Landi, coordinatore nazionale uscente del RnS: “Se non c’é l’effusione dello Spirito – ha detto – il cammino prima o poi si spegne. E il Rinnovamento è chiamato a camminare nella fede: non esiste cammino senza esperienza di fraternità e di comunità”.

(Foto Tonino Verduci)

A celebrare l’Eucarestia mons. Nicolò Anselmi, vescovo di Rimini, che, facendo riferimento alla Liturgia del giorno, ha evidenziato come “l’attenzione mostrata dagli Apostoli debba appartenere anche noi” e “la preghiera, intesa come intimità con Dio, è uno degli aspetti della vita cristiana assolutamente unificante. E, nella preghiera stessa, non va trascurata la Parola di Dio, di cui dobbiamo occuparci durante tutta la settimana. Il problema, infatti, non è il partecipare alla messa la domenica, ma gli altri sei giorni, in cui si rischia di parlare un altro ‘linguaggio’. Le nostre famiglie diventino allora piccoli luoghi di preghiera: credo sia questa una delle cose che lo Spirito ci chiede”.

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