Diocesi: Oristano, “emergenza giovani”, lettera-appello dell’arcivescovo Carboni. “Suscitare in loro il desiderio di vivere il Vangelo”

Emergenza-giovani e problema vocazioni al centro dell’attenzione della pastorale della diocesi di Oristano. Il tema è sottolineato da una lettera dell’arcivescovo Roberto Carboni, che prende in considerazione la riduzione delle classi di catechismo nelle parrocchie e la decrescente presenza dei ragazzi e dei giovani ai percorsi di formazione cristiana. Uguale preoccupazione riguarda la diminuzione del clero diocesano (136 sacerdoti nel 1977, 125 nel 1995, attualmente 85). Un calo, quest’ultimo, dovuto – spiegano in diocesi – anche all’inverno demografico che vede la Sardegna occupare il fondo della classifica nazionale per indice di fecondità. Una riflessione sulla pastorale giovanile – messa all’ordine del giorno del consiglio presbiterale di qualche settimana fa – per “un’attenta valutazione sulla nostra capacità di proporre ancora un cammino di fede ai giovani, di farli entusiasmare alla proposta di Gesù di Nazareth – scrive il vescovo in una lettera che dovrà essere letta in tutte le comunità parrocchiali e nelle associazioni cattoliche – di suscitare in loro il desiderio di vivere il Vangelo e di impegnarsi esistenzialmente con un progetto di vita” rispondente a una vocazione specifica. Mons. Carboni parlando di vocazioni non si riferisce solamente alla vita consacrata e al presbiterato, ma anche al matrimonio cristiano, sacramento sempre meno frequentato dagli sposi: nel 2021 in provincia di Oristano il 64,1% delle nozze sono state celebrate in Comune.
L’arcivescovo guarda con preoccupazione alla piccola percentuale dei quasi 5.800 ragazzi 10-14 anni che in provincia di Oristano ancora frequentano il catechismo dopo la Prima comunione e agli adolescenti e giovani (oltre 6mila tra 15-19 anni) che potrebbero inserirsi nei gruppi e nelle associazioni parrocchiali. Padre Carboni chiede un impegno straordinario rivolto verso questa frontiera d’apostolato e formazione: “la pastorale giovanile e vocazionale e le comunità devono farsi carico di tutti quei giovani che, per vari motivi, non hanno ancora incontrato il Signore o pensano di poter vivere senza di lui, non accogliendo o accogliendo solo in parte il suo annuncio”. Deciso l’invito del vescovo: “i presbiteri e tutti gli educatori dovranno porsi in una condizione di prossimità e di dialogo sia favorendo percorsi di fede , sia mantenendo il dialogo anche con coloro che scelgono di non aderire a tali percorsi”.
Padre Roberto Carboni nella lettera sulla pastorale giovanile propone alcuni suggerimenti operativi: al primo posto la preghiera intensa per le vocazioni, anche con l’adorazione eucaristica. A seguire valorizzazione delle esperienze comunitarie, comprese le feste popolari come occasioni di catechesi straordinarie per i giovani; ritiri spirituali in preparazione alla Cresima; sostegno e motivazione ai giovani impegnati in servizi dentro e fuori la comunità o nel volontariato; campi scuola diocesani e accompagnamento dei giovani nella vita spirituale. Primo appuntamento di sensibilizzazione vocale martedì 25 aprile col convegno dei ministranti.

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