Diocesi: mons. Caiazzo alle esequie del pilota dell’Aeronautica Cipriano, “ha solcato i cieli eterni per atterrare dolcemente nella gloria di Dio”

“Silenzio, vicinanza, partecipazione al dolore che improvvisamente è entrato nei cuori di tutti i familiari di questo nostro fratello. Come cristiani (è questo d’altronde il motivo per cui ci troviamo in questa chiesa) eleviamo tanta preghiera per il nostro fratello Giuseppe, tenente colonnello dell’Aeronautica militare italiana, esprimendo vicinanza per tutti i parenti”. Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo della diocesi di Matera-Irsina e vescovo di Tricarico, ha pronunciato questo pomeriggio a Montalbano Jonico il funerale del pilota Giuseppe Cipriano, che ha perso la vita assieme al maggiore Marco Meneghello, nell’incidente aereo avvenuto il 7 marzo nei cieli di Guidonia.
“Ogni morte – ha detto il vescovo nell’omelia – procura lacerazione e dolore, perché è sempre ingiusta. Lo è in particolare questa che ci lascia senza parole da una parte ma ci apre spiragli di luce dall’altra”. Nel brano evangelico che abbiamo ascoltato ci viene presentato un incontro di un uomo con Gesù, sulla strada. Secondo l’evangelista Matteo doveva essere abbastanza giovane. Un giovane uomo che va incontro a Gesù ponendo domande ben precise che riguardano la vita e la vita eterna. Sicuramente è alla ricerca di risposte per dare senso alla sua vita. Così come lo siamo noi. Ha tutto, si è affermato, è rispettato dagli altri che lo stimano e si congratulano per il successo avuto. Ma in questo giovane traspare un altro desiderio: vivere l’avventura dell’amore, cercando risposte alle provocazioni della sofferenza e della morte, relazioni sincere e costruttive”.
Mons. Caiazzo ha aggiunto: “Io non ho avuto modo di conoscere Giuseppe ma mi pare di aver capito che la sua vita sia stata molto simile a quella di questo giovane che prima delle parole, è stato attratto dallo sguardo di Gesù. […] Gesù incontra sempre ogni uomo lungo la strada. Eppure per Giuseppe, l’incontro decisivo è avvenuto su quella strada di Guidonia, sulla quale, come ultimo atto d’amore, ha sacrificato la sua vita. Se è vero che Gesù si prende cura di noi, è altrettanto vero che Giuseppe si è preso cura di tante famiglie sacrificando la sua vita a favore degli altri. Ci rimanda esattamente al sacrificio di Gesù Cristo sulla croce, morendo per noi tutti, per illuminare anche questo momento di buio”.
“Lo sguardo di Gesù, in questo momento, lo vedo rivolto verso tutti noi, in particolare verso i familiari, i genitori, la figlia, la compagna, i fratelli. È uno sguardo di misericordia, misto a dolcezza e a pianto. È lo sguardo che sa illuminare le tragedie della vita, come in questa occasione”.
Giuseppe Cipriano “amava l’aeronautica, amava volare e solcare i cieli azzurri, ora ha solcato quei cieli che nessun mezzo dell’aeronautica militare è in grado di penetrare: ha solcato i cieli eterni per atterrare dolcemente nella gloria di Dio che gli sta permettendo già di guardare, amare e abbracciare in modo nuovo”.

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