Haiti: Zampaglione (Caritas), “ora il terrore sono i sequestri-lampo, +200% in un anno”

Ad Haiti i sequestri lampo a scopo di estorsione sono aumentati del 200% rispetto all’anno precedente. Almeno 76 gang criminali e un gruppo paramilitare di incerta provenienza che spadroneggiano nei quartieri off limits e non solo. Oltre 500.000 armi illegali in circolazione, tanta violenza, insicurezza e miseria, assenza di servizi sociali, sanitari ed educativi. La popolazione è terrorizzata ed ha paura di uscire di casa. Anche i pochi cooperanti rimasti, tra cui Caritas italiana, che da anni accompagna la Caritas e le diocesi e parrocchie locali, vivono chiusi nei compound delle zone residenziali, protetti da guardie di sicurezza. Ma faticano a svolgere il proprio lavoro. Non possono uscire liberamente per fare la spesa o una passeggiata, né andare a visitare i progetti di sviluppo in altre zone dell’isola. “La situazione è peggiorata rispetto ad un anno fa – racconta al Sir da Port-au-Prince Clara Zampaglione, operatrice di Caritas italiana ad Haiti da due anni -. C’è un sentimento di insicurezza e paura interiorizzato dalla società. Le persone sono costrette a rivedere quotidianità e spostamenti”.  “Solo ieri sono state rapite 21 persone – dice la cooperante – sono cifre elevatissime. È il business delle gang per finanziarsi e comprare armi. Sono giovani, si muovono a viso scoperto, a portata di telecamere. Hanno fatto irruzione perfino durante una celebrazione avventista, sequestrando il pastore e altri tre membri. Il giorno dopo sono stati liberati, dopo il pagamento del riscatto. Oramai i sequestri avvengono ovunque, tutti sono possibili target e a qualunque ora. Le persone vengono prelevate in banca, al supermercato, in strada”. I cooperanti prima di muoversi consultano i messaggi in tempo reale nei gruppi di sicurezza che li informano sulle zone calde e i rischi di manifestazioni. Finora non ci sono stati casi di sequestri di stranieri, probabilmente perché temono l’attenzione internazionale. “Inoltre sanno che con gli haitiani è più facile fare cassa, perché non denunciano alla polizia ma si attivano immediatamente per cercare soldi nella famiglia allargata”, racconta Zampaglione. Gli ostaggi vengono nascosti nei quartieri dove è scattato lo stato d’emergenza. Le cifre dei riscatti, stabilite a seguito di contrattazioni, si aggirano intorno ai 5/10.000 dollari. Le gang colpiscono anche famiglie non ricche: dopo una disgrazia del genere sono costrette ad indebitarsi a vita. Se i sequestrati fanno resistenza vengono uccisi o subiscono violenza.

 

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