Giornata mondiale poveri: mons. Nosiglia (Torino e Susa), “chiederci se siamo davvero capaci di riconoscere i loro diritti e dare loro risposte appropriate”

“Non dimentichiamo che la povertà non è mai cercata o voluta, ma imposta dall’egoismo degli altri, dall’essere scartati dai circuiti di cittadinanza, dalla avidità di chi vuole tenere stretto per sé quanto possiede, dalle tante ingiustizie di cui i poveri sono succubi. La prigionia della povertà può essere spezzata solo se ciascuno si sente custode di suo fratello o sorella che vivono nella miseria morale o fisica e sociale”. Lo afferma mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e amministratore apostolico di Susa, in una riflessione pubblicata dal settimanale “La Voce e il Tempo” in occasione della 4ª Giornata mondiale dei poveri che verrà celebrata domani.
“Purtroppo – osserva l’arcivescovo – i poveri vengono considerati spesso non solo come persone indigenti che vanno aiutate, ma come portatrici di insicurezza, instabilità, disturbo, per cui si tende a tenerli distanti da sé, fuori dalle nostre chiese e dalle nostre case. Non ci si rende conto che così facendo allontaniamo sempre più il Signore stesso da noi e ogni nostra preghiera cade nel vuoto”. Nosiglia invita tutti a “fare un serio esame di coscienza” per capire “se siamo davvero capaci di riconoscere i loro diritti e accompagnarli per dare loro risposte appropriate ad affrontare e risolvere i loro seri problemi”.
Secondo i dati forniti dalla Caritas diocesana di Torino, nella Città metropolitana 171 parrocchie distribuiscono generi alimentari a quasi 50mila persone.
Domenica 15 novembre, alle 12, l’arcivescovo parteciperà alla condivisione di viveri per persone fragili nella parrocchia Gesù Adolescente (via Luserna Di Rorà, 16) e alle 17 incontrerà persone senza fissa dimora alla mensa “Spazio d’angolo” (via Capriolo 14/A).

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