Centri aiuto alla vita: Morandi (Cav Firenze), “nuovo lockdown spaventa meno perché sappiamo cosa fare”

“I nostri centri sono rimasti aperti. Il telefono è stato un aiuto per raggiungere le mamme che hanno chiesto uno scambio. Abbiamo aiutato tante donne, in tutte c’era la paura di non farcela. Hanno avuto paura di rimanere sole”. Così Maria Concetta Domilici, presidente del Centro aiuto alla vita di Bagheria, durante il workshop intitolato “Il tuo centro e l’esperienza covid-19” nella seconda giornata del 40° convegno nazionale dei Centri di aiuto alla vita. “Abbiamo cambiato il nostro modus operandi – racconta -. È stata un’occasione anche per noi di scoprire le risorse che avevamo. Abbiamo regalato amore e continueremo a farlo perché ci aspettano mesi duri”. Delle modalità di assistenza interamente cambiate parla anche Lara Morandi, assistente sociale del Centro aiuto per la vita di Firenze. “Abbiamo imparato la pazienza – ricorda – per superare la frustrazione di non poter fare quello che avremmo voluto. Abbiamo imparato ad adattarci e continuiamo a farlo. Stiamo affrontando una fase ancora più fragile perché siamo stanchi. Stiamo accogliendo tanti nuovi casi perché la povertà è aumentata. Siamo pronti a cambiare le direttive quotidianamente. Un nuovo lockdown spaventa meno perché sappiamo cosa fare. In questo momento le gravidanze sono più a rischio perché manca la certezza nel futuro. Quello che offriamo è affetto anche senza abbracciarci e rispetto della sicurezza senza mai dimenticare il sorriso”.

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