La Striscia di Gaza è sprofondata in una crisi umanitaria senza precedenti. Secondo l’ultimo rapporto Ipc (Integrated Food Security Phase Classification), due delle tre soglie di carestia sono già state superate: carenza di cibo e malnutrizione acuta hanno raggiunto livelli drammatici. Oltre 500mila persone vivono condizioni simili alla carestia e più del 39% della popolazione trascorre intere giornate senza cibo. Con un sistema sanitario al collasso è difficile monitorare il terzo indicatore di carestia: i decessi legati alla fame. Tuttavia, sono sempre più frequenti, soprattutto tra i bambini. In questo mese di luglio più di 320mila piccoli sotto i cinque anni sono a rischio malnutrizione acuta. In sole due settimane, 5mila sono stati ricoverati.
Quasi inesistenti latte artificiale e alimentazione terapeutica. L’accesso all’acqua potabile è limitato, e meno del 15% dei centri medici è operativo. Unicef e World Food Programme delle Nazioni unite (Wfp) avvertono: non si può più perdere tempo. “L’insopportabile sofferenza della popolazione di Gaza è evidente al mondo. Attendere la conferma ufficiale della carestia per fornire aiuti alimentari salvavita di cui hanno disperatamente bisogno è inaccettabile – dichiara Cindy McCain, direttrice esecutiva Wfp -. Dobbiamo inondare Gaza di aiuti alimentari su larga scala, subito e senza ostacoli”. Le persone stanno già morendo “e più aspettiamo ad agire, più alto sarà il bilancio delle vittime”. Catherine Russell, direttrice esecutiva Unicef aggiunge: “Abbiamo bisogno di un accesso umanitario immediato, sicuro e senza ostacoli in tutta Gaza per intensificare la distribuzione di cibo, nutrienti, acqua e medicine salvavita. Senza questo, madri e padri continueranno ad affrontare il peggior incubo di ogni genitore, impotenti a salvare un bambino affamato da una condizione che siamo in grado di prevenire”.
Nonostante una parziale riapertura dei valichi di frontiera, gli aiuti umanitari che entrano a Gaza sono solo una piccola parte del bisogno di una popolazione di oltre due milioni di persone. Solo per coprire i bisogni alimentari e nutrizionali umanitari di base sono necessarie oltre 62mila tonnellate di aiuti salvavita ogni mese. Per questo le agenzie Onu chiedono urgentemente un cessate il fuoco duraturo, l’apertura sicura dei valichi per l’ingresso di aiuti e il ripristino delle importazioni commerciali.