Giubileo missionari digitali e influencer cattolici: card. Cobo Cano (Madrid), “non importa se hai 3 follower o 300.000, contano l’ospitalità, la coerenza, l’umiltà, la verità”

“La rete può essere una trappola, sì. Ma può anche essere un luogo di grazia”: lo ha affermato, ieri sera, il cardinale arcivescovo di Madrid José Cobo Cano durante l’omelia nella basilica di San Pietro, rivolgendosi ai comunicatori cristiani presenti al Giubileo dei missionari digitali e degli influencer. “Dio si fa presente non con i like, ma con volti che aspettano qualcosa di più. Non con emozioni, ma con incontri. Non con follower, ma con discepoli”, ha proseguito. Il cardinale ha invitato i presenti a vivere la missione con spirito ecclesiale: “Evangelizzare nel mondo digitale non è uno sforzo individuale. Siamo un corpo. Abbiamo bisogno gli uni degli altri. Abbiamo bisogno di pregare insieme, correggerci, condividere risorse, aiutarci nella tentazione dell’ego. Lavorare in rete ecclesiale”. E ha concluso con una forte esortazione alla coerenza: “Non importa se hai 3 follower o 300.000. Non è la quantità che conta, ma l’ospitalità, la coerenza, l’umiltà, la verità”.

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