(Strasburgo) Tre le priorità, secondo Von der Leyen, nel rapporto tra Europa comunitaria e Cina. La prima: “Trovare un nuovo punto di equilibrio. Nel 2024 il surplus commerciale della Cina rispetto all’Europa valeva 300 miliardi di euro e nelle commesse per beni e servizi, gli investimenti europei in Cina sono penalizzati. Il confronto con Pechino è già iniziato, a partire dalle forniture medicali e dal mercato delle auto elettriche”. Seconda priorità: “Le tecnologie del futuro. La Cina – ha ricordato Von der Leyen – riesce a produrre beni a basso costo grazie ai sussidi di Stato. Questo da una parte l’ha portata a una posizione di dominio. Dall’altra è necessario mantenere il dialogo proprio perché quelle tecnologie servono”. Per la presidente la rottura non è una strategia da perseguire: “Non sarebbe efficiente né efficace. Serve, però, un riallineamento per non correre il rischio di diventare completamente dipendenti da quelle uniche forniture e quindi vulnerabili”. Infine, la priorità geopolitica: “Chiederemo alla Cina una posizione netta rispetto alla Russia e alla guerra in Ucraina”. In appendice, guardando all’appuntamento della Cop30 a Belem, Ursula Von der Leyen ha ricordato la questione ambientale. “La Cina è la responsabile del 30% delle emissioni di Co2, ma, al tempo stesso, il 25% del suo Pil è investito in politiche green, pari a 900 miliardi di dollari di tecnologie pulite: è più di quanto stiano facendo, tutti insieme, India, Europa, Stati Uniti». In sintesi, la Cina è, al tempo stesso, “concorrente e partner, un gigante complesso e affascinante. L’Europa non vuole un allontanamento, lavorerà alla difesa dei propri interessi, per un rapporto che cresca in modo stabile ed equilibrato che guarda ai prossimi cinquant’anni, un rapporto che segna il futuro”.