(Strasburgo) La seconda giornata di plenaria del Parlamento europeo, a Strasburgo, si è aperta con il dibattito, insieme a Consiglio e Commissione, in preparazione al vertice Ue-Cina in programma a fine luglio. Ad aprire i lavori la ministra danese per gli affari europei Marie Bjerre (nella foto; lo scorso 1° luglio si è aperto il semestre di presidenza danese). Bjerre ha ricordato che, dal punto di vista economico e commerciale, gli scambi Europa-Cina valgono 840 miliardi di euro. Gli aspetti materiali, però, non possono far dimenticare questioni fondamentali, come le urgenze ambientali, il rispetto dei diritti umani, i cyber attacchi recentemente sferrati proprio dalla Cina e il supporto alla Russia di Putin nella guerra all’Ucraina. “Non possiamo negoziare sui nostri principi – ha detto la ministra danese – ma vogliamo perseguire soluzioni concrete per creare relazioni stabili, basate su trasparenza e reciprocità”. Una nuova era, insomma, dopo i primi cinquant’anni di relazioni fra Europa e Cina.
È stato questo il punto di partenza dell’intervento della presidente della Commissione Ursula Von der Leyen: “La Cina è una grande nazione dal punto di vista storico, culturale, economico. Negli ultimi anni ben 800 milioni di cittadini, grazie alle loro capacità, sono riusciti a uscire dalla povertà. Noi, come Europa, siamo una voce guida e non possiamo non rilevare che la Cina può contare su strumenti, strategie e sistemi che le permettono di giocare fuori dalle regole”. Fra le principali criticità la presidente ha evidenziato la sovracapacità produttiva, sostenuta da “norme sussidiate”, ma anche il ruolo della Cina nel settore delle nuove tecnologie. Nessuna chiusura da Von der Leyen, ma l’impegno a far crescere le relazioni nel segno di un “partenariato affidabile”.