Solidarietà: Fondazione Gruppo Arena e Comunità di Sant’Egidio, firmato a Catania un patto per il territorio

È stato firmato ieri mattina, presso la sede direzionale del Gruppo Arena e alla presenza di tutti i membri del Cda e della famiglia Arena, l’accordo di convenzione tra la Fondazione Gruppo Arena e la Comunità di Sant’Egidio – Sicilia, avviando una collaborazione concreta a sostegno delle fasce più fragili della comunità catanese.  La firma della convenzione – si legge in un comunicato – segna un passo importante di un percorso iniziato lo scorso 15 aprile, quando i membri della Fondazione, guidati da Cristofero Arena, Presidente della Fondazione Gruppo Arena, hanno visitato insieme a Emiliano Abramo, responsabile della Comunità di Sant’Egidio in Sicilia, le principali strutture cittadine della Comunità: dal cohousing per le persone senza dimora alla lavanderia solidale, fino al nuovo spazio di accoglienza che sarà riqualificato grazie al contributo della Fondazione.

La convenzione prevede un sostegno complessivo di 220.000 euro, suddiviso in 110.000 euro per ciascun progetto nell’arco di due anni (55.000 euro all’anno). I progetti finanziati sono: “Diritto alla Scuola, diritto al futuro”, per contrastare la dispersione scolastica nei quartieri più vulnerabili di Catania, coinvolgendo oltre 200 minori in attività educative, ricreative e di sostegno alimentare; “Catania solidale: percorsi di dignità”, dedicato alle persone senza dimora, per potenziare l’accoglienza, i servizi igienico-sanitari e le attività di reinserimento sociale attraverso le Case dell’Amicizia e il lavoro quotidiano dei volontari.

“La firma di oggi non è soltanto un passaggio formale, ma rappresenta un impegno autentico a dare continuità a chi, ogni giorno, dedica tempo, ascolto e cura alle persone più fragili”, afferma Cristofero Arena, Presidente della Fondazione Gruppo Arena. Emiliano Abramo, responsabile di Sant’Egidio in Sicilia, aggiunge: “Sant’Egidio cerca alleati con cui costruire una società che cresca in modo sano, tutelando prima di tutto i più fragili”.

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