“Valorizziamo il nostro pellegrinaggio per ristabilire una relazione filiale con Dio, ricco di misericordia, anche con il sacramento della riconciliazione. Il perdono ci libera, ci giustifica, ci rende capaci di chiamare Dio Padre nostro e di riconoscere negli altri i nostri fratelli”. Lo ha detto questa mattina nella Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, monsignor Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nella seconda giornata giubilare diocesana. “A Dio ricco di misericordia – ha detto – chiediamo il perdono dei nostri peccati, ma anche la capacità di perdonare agli altri, di non cadere in tentazione e di liberarci dal male”. Per l’arcivescovo “senza riconoscersi figli è difficile dirsi cristiani. Come anche è difficile riconoscersi cristiani senza riconoscere negli altre dei fratelli, ‘fratelli tutti’, come titola l’enciclica del compianto Papa Francesco. Pane e perdono sono due cose essenziali della vita”. Pane e perdono – ha concluso – sono “i due doni che con la preghiera del Padre nostro chiediamo al Padre, perché suoi figli”.