“La fame ad Haiti non è mai stata così grave: 5,7 milioni di persone, più della metà della popolazione del Paese, non hanno cibo a sufficienza. Haiti è uno dei cinque Paesi al mondo in cui la popolazione soffre di livelli catastrofici di fame. È davvero drammatico che ciò avvenga nell’emisfero occidentale. Non possiamo immaginare la situazione negli insediamenti che ospitano gli sfollati”. Lo ha affermato, ieri, a New York, nella sede delle Nazioni Unite, Lola Castro, direttrice regionale per l’America Latina e i Caraibi del Programma mondiale degli alimenti (Pma) dell’Onu. In dettaglio, ha riferito Castro, ci sono oltre due milioni di persone che affrontano livelli di fame di emergenza (Ipc 4) e 8.400 persone che vivono in insediamenti temporanei per sfollati e soffrono di fame estrema, malnutrizione acuta grave e rischio di inedia (Ipc 5).
“La settimana scorsa ho visitato la comune suburbana di Pétionville, a sud-est di Port-au-Prince, dove il Pma forniva assistenza alimentare di emergenza a migliaia di sfollati a causa della violenza dei gruppi armati a Kenscoff, una comunità rurale sul fianco di una montagna. Queste persone erano solite venire in città a vendere i loro prodotti alimentari. La loro storia testimonia il collasso dei sistemi alimentari e delle catene di approvvigionamento, a seguito dell’espansione dei gruppi armati. Queste famiglie non solo sono state costrette a fuggire quando i criminali hanno preso il controllo dei loro terreni agricoli, ma ora dipendono dal Pma per sopravvivere. Il conflitto ha anche interrotto le attività agricole e il flusso commerciale di cibo”. Prosegue Castro: “Siamo anche estremamente preoccupati per la violenza diffusa che le donne e le ragazze subiscono ad Haiti. Con oltre 6.000 casi di violenza di genere segnalati finora quest’anno, Port-au-Prince è uno dei luoghi più pericolosi al mondo per le donne e le ragazze. L’assistenza alimentare riduce la loro vulnerabilità agli abusi”.
Il Pma ha ampliato in modo significativo le sue operazioni ad Haiti, raggiungendo oltre 1,35 milioni di persone fino a marzo 2025, e continua a fornire sostegno. “Tuttavia – conclude la direttrice -, attualmente disponiamo solo di riserve e liquidità sufficienti per sostenere le popolazioni colpite dalla crisi fino a luglio. La grave carenza di finanziamenti minaccia la continuità di programmi essenziali che aiutano a consolidare le comunità e a prevenire un ulteriore deterioramento. Tra questi, il programma di alimentazione scolastica, un fattore chiave per la stabilizzazione del Paese, è a rischio immediato. In questo anno scolastico siamo riusciti a fornire pasti quotidiani a 550.000 scolari, il 70% dei quali proviene da agricoltori haitiani. Senza finanziamenti urgenti, fino al 50% di questi scolari non riceverà pasti durante il prossimo anno scolastico”.