“L’Istat conferma ciò che denunciamo da anni: in Italia la povertà è una crisi strutturale. La popolazione è sempre è più anziana, gli anziani sono sempre più soli e le famiglie con figli sono quelle che soffrono di più. Addirittura, un italiano su 10 rinuncia a curarsi, tanti per motivi economici, in un sistema sanitario pubblico al collasso che spinge sempre più verso la salute a pagamento. Servono misure di contrasto universali, che sappiano governare questo fenomeno prima che diventi ingovernabile. Chiediamo al governo un incontro urgente, per poter mettere sul tavolo le questioni, esaminarle lucidamente e mettere a punto, insieme, strategie efficaci. Noi siamo pronti a fare la nostra parte ”: così Antonio Russo, portavoce dell’Alleanza contro la Povertà in Italia commenta il Rapporto annuale Istat, reso pubblico ieri. Secondo Istat, nel 2024 oltre il 23% della popolazione è a rischio povertà, con picchi del 40% al Sud. L’incidenza è minore tra le coppie anziane senza figli (15,6%) e raddoppia per le famiglie in cui il principale percettore ha meno di 35 anni (30,5%), spesso escluse dall’Assegno di Inclusione. I dati sulle condizioni di povertà assoluta sono “da brivido”: 2,2 milioni di famiglie (8,4%) e 5,7 milioni di individui (9,7%) vivono in povertà, con un trend in crescita costante dal 2014. Particolarmente grave la situazione dei minori: sono 1,3 milioni quelli in povertà assoluta (12,4% delle famiglie con minori). “Le misure finora adottate sono palesemente insufficienti”, sottolinea Russo. Situazione ancora più critica per le famiglie straniere: nel 2023, il 35,1% vive in povertà assoluta. “L’inclusione non è un optional, ma un dovere costituzionale”, ammonisce Russo, che chiede politiche socio-sanitarie ed economiche integrate. Infine, il lavoro: Istat conferma che un impiego stabile e ben retribuito è decisivo per uscire dalla marginalità, ma il 21% dei lavoratori è a rischio di basso reddito, con punte del 26,6% tra le donne. Sono 1,2 milioni i working poor in Italia. “Serve una riforma che garantisca salari dignitosi e diritti. La povertà non è una fatalità, ma frutto di scelte politiche. È tempo di fare sistema”, conclude Russo.