Terzo settore: la richiesta delle organizzazioni cattoliche toscane, “stop gare d’appalto, serve co-progettazione dei servizi”

(foto: PScomunicazione)

Le organizzazioni non profit cattoliche della Toscana si sono incontrate in questi giorni a Marina di Massa, presso la Scuola Superiore di Scienze dell’Educazione San Giovanni Bosco, per discutere delle sfide sociali emergenti, come l’invecchiamento della popolazione, il disagio giovanile e l’integrazione dei migranti. Il convegno, intitolato “Un patto per la cura: le opere di ispirazione cristiana si incontrano”, ha visto la partecipazione di Uneba, Misericordie, Aris e Federsolidarietà Toscana, realtà che gestiscono oltre mille strutture e ospitano quotidianamente migliaia di persone. “Le organizzazioni cattoliche non vogliono essere semplici esecutrici dei servizi, ma protagoniste nella loro progettazione e co-programmazione”, ha dichiarato Andrea Blandi, presidente di Uneba Toscana. Blandi ha sottolineato che il Terzo settore è in grado di capire profondamente i bisogni delle persone e dei territori. Per questo motivo, le organizzazioni cattoliche chiedono di superare la logica delle gare d’appalto e di sedersi al tavolo con le istituzioni per co-progettare i servizi. Francesco Fragola, segretario di Confcooperative-Federsolidarietà Toscana, ha parlato di una riforma del welfare che si basa sul principio di sussidarietà, riconosciuto dalla Costituzione italiana, secondo cui le istituzioni devono favorire l’intervento del Terzo settore nella cura dell’interesse generale. Anche Alberto Corsinovi, presidente delle Misericordie toscane, ha sollecitato la creazione di un patrimonio collettivo tra le organizzazioni, affinché le risorse non restino frammentate. “Solo unendo le competenze possiamo affrontare il servizio pubblico come co-progettisti, non solo come esecutori”, ha detto Corsinovi. Valentina Blandi, direttrice del Consorzio Zenit, ha criticato il sistema ancora troppo gerarchico e competitivo, proponendo invece una co-programmazione che metta al centro la qualità dei servizi, sostenibili nel tempo e focalizzati sull’impatto sociale. Infine, monsignor Mario Vaccari, vescovo di Massa, ha invitato a mettere al centro la visione della persona fragile: “Il povero e il malato sono al centro del Regno dei cieli”. Un messaggio che è stato ripreso anche da monsignor Andrea Migliavacca, che ha evidenziato l’importanza di tre parole chiave per la cura: “Tenerezza, vicinanza, dignità”.

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