Droga: Squillaci (Fict), “il ragazzo che fuma crack in pieno centro a Pesaro simbolo di un fenomeno che non può essere ignorato. Il pericolo della normalizzazione”

“L’immagine di un ragazzo che fuma crack in pieno centro a Pesaro, rilanciata dai media locali, è il simbolo di un fenomeno che non può essere ignorato. Il prezzo molto basso delle dosi e l’effetto potente della sostanza la rendono accessibile a chiunque, alimentando una pericolosa normalizzazione tra i giovani. Questa indifferenza certifica il fallimento di una società intera che, a sua volta, normalizza i comportamenti di abuso”: lo afferma oggi Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict).
Secondo l’ultima Relazione annuale al Parlamento sulle tossicodipendenze, il fenomeno è in crescita: il 55% dei detenuti tossicodipendenti è seguito per uso primario di cocaina o crack, i ricoveri ospedalieri correlati alle droghe sono aumentati del 13% nel 2023 e i controlli di polizia evidenziano campioni di crack con concentrazione di principio attivo intorno al 90%.
L’osservatorio della Fict, attivo dal 2017, conferma una tendenza simile: gli utenti in trattamento per dipendenza da cocaina e crack sono passati da 2.093 nel 2020 a 3.054 nel 2024, di cui 665 specificamente per il crack. Come sottolinea Squillaci, “il crack si è consolidato come una realtà clinica e sociale autonoma”.
Il presidente della Fict aggiunge: “L’immagine di Pesaro ci ricorda che la droga non è più un problema relegato ai margini della società. È un’emergenza sociale e di salute mentale che richiede una risposta tempestiva e educativa. Il Terzo settore e le comunità terapeutiche svolgono un ruolo cruciale, ma la vera sfida è superare lo stigma e mettere al centro la persona, con la sua dignità e fragilità”.
“La prevenzione non è un’opzione: occorre agire nelle scuole, nelle famiglie e nelle piazze, educando i giovani a riconoscere i rischi e a trovare alternative al disagio – conclude Squillaci –. Solo così episodi come quello di Pesaro possono diventare un’occasione di rinascita per chi combatte una battaglia invisibile”.

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