Consiglio permanente: “demenza digitale” e crisi relazionale, la Chiesa formi alla “mitezza”

(Foto Ilaria Tassini)

“È sempre più evidente, per i presuli, una frattura culturale e antropologica profonda”. È quanto emerge dal comunicato finale del Consiglio permanente della Cei, riunito a Gorizia dal 22 al 24 settembre. Tra i segni di tale frattura i vescovi indicano “la diffusione crescente della paura del diverso, l’aumento dei suicidi tra gli adolescenti, la crisi dei legami sociali”. Tali fenomeni sono letti nel quadro di “una regressione spirituale globale”, alimentata da consumismo disumanizzante e comunicazione violenta. Per descrivere il degrado relazionale, i vescovi parlano di “demenza digitale”, denunciando la perdita di memoria e di relazioni autentiche. In questo contesto, la missione della Chiesa si fa urgente: “Generare comunità accoglienti, formare alla mitezza, custodire la memoria”. Si chiede quindi di proporre “una visione profetica e indicazioni operative che aiutino le comunità a vivere il Vangelo nel cuore delle sfide contemporanee”. Un appello forte alla responsabilità pastorale e culturale, affinché la speranza cristiana non resti parola vuota ma diventi stile incarnato nelle scelte quotidiane.

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