Sono 1.624 le storie di uomini e donne uccisi in odio alla propria fede documentate da una commissione vaticana composta da storici, teologi ed esperti che negli ultimi 18 mesi ha svolto un lavoro di ricerca accurato e approfondito sostenuto da Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs). La ricerca completa quella voluta da Giovanni Paolo II nel 2000 in occasione del Giubileo offrendo una panoramica sul fenomeno negli ultimi 25 anni. Regina Lynch, presidente esecutivo di Acs Internazionale, afferma che “questi dati riflettono ciò che vediamo quotidianamente sul campo, accompagnando comunità minacciate nella loro stessa esistenza”.
Grazie alla collaborazione delle Conferenza episcopali, degli istituti religiosi e di altre realtà ecclesiali il lavoro svolto fornisce dei dati interessanti, seppur ancora non definitivi; sono 643 quelli identificati nell’Africa subsahariana, 357 in Asia e Oceania, 304 nelle Americhe, 277 in Medio Oriente e Maghreb e 43 in Europa. I dati non sono definitivi. In America Latina, molti sono stati uccisi da organizzazioni criminali o narcotrafficanti, o per essersi opposti allo sfruttamento delle risorse naturali; in Asia e Oceania, tra le vittime figurano i 200 fedeli massacrati negli attentati della Pasqua 2019 in Sri Lanka; in Africa, la maggioranza è stata uccisa da jihadisti o nell’ambito di conflitti etnico-politici.
“La loro testimonianza – conclude Lynch – rafforza la fede nostra e dei nostri benefattori, ogni giorno”.
Tutti loro verranno ricordati in occasione della celebrazione liturgica per la Commemorazione ecumenica dei nuovi martiri e testimoni della fede, in programma domenica 14 settembre presso la basilica di San Paolo Fuori le mura presieduta da Papa Leone XIV.