Diocesi: Pistoia, lettera pastorale di mons. Tardelli sul dono della conversione

“Rendere grazie, chiedere il dono della conversione, evangelizzare sulla scia del Sinodo diocesano”. Questo il titolo della lettera del vescovo di Pistoia, mons. Fausto Tardelli alla diocesi con le indicazioni per i suoi ultimi mesi di servizio episcopale. Il 5 gennaio il presule, infatti, compirà 75 anni “l’età in cui noi vescovi siamo invitati a rassegnare le dimissioni” aggiungendo che “l’impegno pastorale consisterà nel riprendere in mano il Libro sinodale per vedere come applicarne i Decreti in ogni parrocchia, unità pastorale e Vicariato”. Mons. Tardelli suggerisce alcune azioni che dovrebbero accompagnare la diocesi nei prossimi mesi: Azioni racchiuse nel titolo della lettera – afferma Tardelli – e che “offrono le coordinate e l’orizzonte di fondo del nostro prossimo cammino comune: rendere grazie al Signore come attitudine dell’anima di ciascuno e delle nostre comunità; chiedere il dono della conversione perché ciascuno di noi e le nostre comunità dobbiamo essere sempre in ‘riforma’; evangelizzare, in quanto siamo chiesa e cristiani per portare la buona notizia del Regno”. Nonostante le guerre, le crisi e le difficoltà ecclesiali, il vescovo invita a guardare con occhi di fede: “Troppi musi lunghi tra noi, troppe lamentele, troppe insoddisfazioni! Certamente il momento storico che stiamo vivendo è terribile. Le immagini orribili delle violenze e della guerra ci inquietano profondamente. Lo sviluppo del mondo poi, è veramente difficile colorarlo di speranza. Non possiamo far finta di niente, non lasciarci inquietare dalla situazione; non possiamo cedere all’indifferenza. E anche nelle nostre comunità parrocchiali, quanti problemi, quante difficoltà segnano il volto della diocesi con rughe pesanti. Senza considerare poi il fatto che si vanno moltiplicando gli attacchi alla Chiesa e alla nostra vita da parte di molti che contestano radicalmente anche la nostra fede mentre in tante parti del mondo i cristiani patiscono persecuzione. Eppure, nonostante tutto, dobbiamo essere quelli che sanno rendere grazie al Signore – sempre lieti nel Signore – che sanno cioè fare ‘eucaristia’ ogni giorno”. “Anche il Sinodo che abbiamo celebrato è stato un evento di grazia – continua mons. Tardelli – un dono grande per la nostra chiesa. Ci ha guidato lo Spirito Santo; abbiamo percepito la sua chiara presenza. Per questo vogliamo rendere grazie al Signore particolarmente proprio per questo dono”. “Dobbiamo riconoscere, senza ipocrisie ed infingimenti – scrive –  che abbiamo bisogno di convertirci al Signore e all’amore sincero verso gli altri. Con un cammino vero perché Cristo viva in noi. La conversione però non riguarda soltanto la nostra vita personale. In essa ha il primo fondamentale aggancio, per cui, se mancasse il cammino personale di riforma della vita, tutto il resto sarebbe vano o si ridurrebbe a esteriorità e formalismi, ad un galateo morale che non avrebbe alcun valore e non renderebbe alcuna testimonianza all’amore del Signore”. Evangelizzare è una delle azioni che mons. Tardelli  richiama nel titolo della lettera. “In quanto siamo chiesa e cristiani – scrive – non per noi ma per portare la buona notizia del Regno. La buona notizia cioè di Gesù, salvatore, da comunicare a tutti gli abitanti nel territorio parrocchiale”. Lo sguardo del vescovo va oltre l’anno pastorale. A Natale 2026 si aprirà infatti un nuovo Anno santo iacobeo, una delle principali novità volute dal presule : “Dovremo cercare di predisporre un piano – anche con le autorità civili – perché l’anno santo si svolga nel migliore dei modi e sia il più fruttuoso possibile per la città e l’intera Diocesi”.

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