Pentecoste: mons. Damiano (Agrigento), “essere piccolo lievito di unità”

“La degenza, che non è riposo ma fatica, si sta rivelando anche un invito a scoprire la fragilità del corpo quale ponte sottile per coabitare con il dolore e riconoscersi vulnerabili. Questa povertà del corpo, che impone la necessità di affidarsi a quanti lo curano, è palestra per fidarsi – con libertà e disponibilità – di Dio, che solleva nella debolezza e sostiene nel bisogno, che riempie la solitudine e dona la pace, che ascolta la voce rotta dal pianto e incoraggia nella prova”. È quanto scrive l’arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, in una lettera alla diocesi inviata per la Pentecoste e scritta dall’ospedale San Giovanni Di Dio di Agrigento, dove è ricoverato in seguito ad un incidente stradale accadutogli il 24 maggio scorso. Ricordando coloro che sono stati coinvolti nell’incidente stradale, l’arcivescovo invita a vivere la Pentecoste con il desiderio condiviso con Papa Leone XIV di “una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato. In questo nostro tempo, vediamo ancora troppa discordia, troppe ferite causate dall’odio, dalla violenza, dai pregiudizi, dalla paura del diverso, da un paradigma economico che sfrutta le risorse della Terra ed emargina i più poveri”. Da qui l’impegno a “essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità. Noi vogliamo dire al mondo, con umiltà e con gioia: guardate a Cristo! Avvicinatevi a Lui! Accogliete la sua Parola che illumina e consola! Ascoltate la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia: nell’unico Cristo noi siamo uno”.

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