“Per seguire Gesù non occorrono sostenitori potenti, compromessi mondani, strategie emozionali”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia della Veglia di Pentecoste, in occasione del Giubileo dei movimenti, delle associazioni e delle nuove comunità ha affermato che “l’evangelizzazione è opera di Dio e, se talvolta passa attraverso le nostre persone, è per i legami che rende possibili”. “Siate legati profondamente a ciascuna delle Chiese particolari e delle comunità parrocchiali dove alimentate e spendete i vostri carismi”, la consegna di Leone XIV: “Attorno ai vostri vescovi e in sinergia con tutte le altre membra del Corpo di Cristo agiremo, allora, in armoniosa sintonia. Le sfide che l’umanità ha di fronte saranno meno spaventose, il futuro sarà meno buio, il discernimento meno difficile. Se insieme obbediremo allo Spirito Santo!”. “Lo Spirito di Gesù cambia il mondo, perché cambia i cuori”, ha garantito il Papa, esortando le decine di migliaia di presenti a vivere “quella dimensione contemplativa della vita che sconfessa l’autoaffermazione, la mormorazione, lo spirito di contesa, il dominio delle coscienze e delle risorse”, perché “il Signore è lo Spirito e dove c’è lo Spirito del Signore c’è libertà”. “L’autentica spiritualità impegna allo sviluppo umano integrale: non è una conquista umana del mondo, è la via delle Beatitudini, una strada che percorriamo insieme, tesi fra il ‘già’ e il ‘non ancora’, affamati e assetati di giustizia, poveri di spirito, misericordiosi, miti, puri di cuore, operatori di pace”.