Consiglio d’Europa: tratta di esseri umani, gli esperti del Greta chiedono un maggiore impegno politico di fronte alle crescenti minacce

Il Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (Greta) ha pubblicato il suo ultimo rapporto generale, che illustra gli sviluppi del 2024 e celebra 15 anni di impegno nella lotta alla tratta di esseri umani in Europa e nel resto del mondo. Il rapporto annuale include un capitolo che riassume i risultati di 15 anni di monitoraggio dell’attuazione della Convenzione, delineando i progressi compiuti e individuando le sfide ancora da affrontare. Il lavoro di monitoraggio “ha generato numerosi cambiamenti positivi, che si traducono in una maggiore tutela dei diritti delle vittime di tratta”. Tuttavia, il rapporto evidenzia che “permangono numerose sfide. Alcuni Paesi non dispongono ancora di piani d’azione nazionali per la lotta alla tratta di esseri umani, di centri di accoglienza specializzati”. L’attuazione delle raccomandazioni del Greta è “disomogenea, spesso ostacolata da risorse limitate, da una definizione inadeguata delle priorità o dalla mancanza di volontà politica”. Il Greta avverte quindi che “molteplici crisi globali sovrapposte, tra cui conflitti, sfollamenti e difficoltà economiche, stanno aumentando la vulnerabilità alla tratta di esseri umani. Politiche restrittive in materia di immigrazione, percorsi legali insufficienti per la migrazione e barriere all’accesso al mercato del lavoro aggravano il rischio di sfruttamento, soprattutto per i richiedenti asilo e gli sfollati”.
Il documento definisce poi le principali sfide evidenziate nel rapporto: lacune nell’identificazione e nella protezione dei minori vittime di tratta; la tratta a scopo di sfruttamento lavorativo è una minaccia crescente; la “tratta online” presenta nuove sfide nell’identificazione, nelle indagini e nel perseguimento dei casi di traffico di esseri umani.

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