Terra Santa: il patriarca Pizzaballa annuncia l’inizio della Causa di beatificazione e canonizzazione della Serva di Dio, Suor Maria della Trinità

“In questi giorni bui della storia del nostro Paese e dell’umanità, l’esperienza di suor Maria della Trinità è una parola di luce e di speranza. Ci sprona a tendere verso ciò che sta al di là della distruzione e della morte, ma non evadendo, al contrario scoprendovi la presenza di Dio che è fedele e dona la sua grazia proprio dentro l’oscurità e la prova”. È quanto riportato nel messaggio del card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, letto il 26 aprile scorso nel monastero di Santa Chiara, a Gerusalemme, in occasione dell’inizio ufficiale alla Causa di beatificazione e di canonizzazione della Serva di Dio Suor Maria della Trinità, clarissa del già citato monastero. Nel messaggio, letto da mons. William Shomali, vicario patriarcale, per via dell’assenza del cardinale, in Vaticano per il Conclave, la religiosa viene ricordata per il suo esempio, “per la sua vita di clausura vissuta ‘senza fare rumore’” e per i tratti della sua spiritualità ancora “attuali, vivi e vitali”. Il patriarca ne elenca 4: “la ricerca di Dio: è una giovane, una donna, che ha cercato il senso della vita, dell’amore, della verità, anche a tentoni, al buio, senza stancarsi; l’ascolto: diventato per lei scuola di fede, di preghiera, di carità fraterna, di contemplazione della Parola e dell’Eucaristia; la ricerca dell’unità: suor Maria della Trinità è figlia e sorella di pastori protestanti della Chiesa Libera svizzera di stampo calvinista. Il cammino e la decisione di abbracciare la fede cattolica – attratta dal sacramento dell’Eucaristia – sono stati sofferti sperimentando nella sua carne la ferita della divisione. La sua vita è un’offerta viva per l’unità della Chiesa nella preghiera, nell’adorazione, nei più piccoli atti di carità fraterna”. Infine, il tratto più difficile da comprendere è “vivere la vita eucaristica che per lei ha avuto il sigillo del voto di vittima, pronunciato l’8 dicembre 1941, pochi mesi prima della sua morte, in obbedienza alla voce interiore”. Il cuore dell’esperienza spirituale di suor Maria della Trinità, spiega il Card. Pizzaballa, “è anche il cuore della sua esperienza umana. Tale voto di vittima, infatti, così come è inteso dai suoi scritti, significa vivere la vita eucaristica”. “Vincere il male con il bene” è questa “la parola più eloquente che emergere dagli scritti della Serva di Dio. È di un’attualità dirompente e basterebbe ad illuminare la nostra vita cristiana in questa Terra”.

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