È stata celebrata ieri, a Madrid, nella cattedrale dell’Almudena, la messa in suffragio di Papa Francesco, con la partecipazione di centinaia di fedeli, molti dei quali sono restati anche in piedi. Tutti insieme hanno reso grazie a Dio per la sua vita e hanno pregato per lui. “Lo facciamo come diocesi, come comunità e come Chiesa in cammino qui a Madrid”, ha affermato il card. José Cobo, arcivescovo di Madrid, all’inizio della celebrazione.
Nell’omelia il porporato ha sottolineato come Papa sia stato l’uomo che “ci ha fatto sentire a casa, all’interno della Chiesa, con le nostre imperfezioni e i nostri dubbi”.
La vita di Papa Francesco “è stata quella di chi cerca onestamente Dio in mezzo ai momenti bui della storia”. La sua voce “risuonava come un’eco del Vangelo nei Sinodi”.
Francesco, come Papa, è stato “un testimone in mezzo al mondo” che “ci ha indicato Dio” a partire da una profonda esperienza dello Spirito. “Francesco camminava tra noi come un pastore, con semplicità, con un sorriso schietto”. E ha parlato dell’essenziale: “La misericordia, la gioia del Vangelo, la tenerezza di Dio”.
Insegnava che la Chiesa deve essere una “casa dalle porte aperte” e parlava di Chiesa in uscita, di non restare nelle sacrestie e nelle comodità, “ma di portare Gesù ai poveri”. Era un uomo “nato dallo Spirito” e “convinto che i cristiani debbano lasciarsi guidare dallo Spirito”.
Francesco ha portato la Croce di Cristo “in nome dei poveri e degli emarginati, dei migranti e degli invisibili”. E con tutti i suoi gesti indicava Dio, essendo “ciò che dice il suo nome, Pontefice”, un “ponte verso Dio”. Francesco “ci ha ricordato che la Chiesa è un rifugio per chi cerca un senso, un luogo dove la fragilità umana non viene condannata, ma abbracciata”. Quella Chiesa per “tutti, tutti e tutti; tutti coloro che si lasciano toccare da Gesù”.