La Conferenza episcopale tedesca (Dbk), con il Consiglio centrale dei Sinti e dei Rom tedeschi, ha organizzato un convegno il 29 e 30 aprile dal titolo “Tra welfare e antiziganismo”: primo confronto scientifico completo sullo stato della ricerca storica sul ruolo della Chiesa cattolica in Germania in relazione alla persecuzione dei Sinti e dei Rom durante il nazionalsocialismo e il dopoguerra. Il simposio ha tracciato i modelli di pensiero e azione antiziganisti nelle istituzioni ecclesiastiche nei primi decenni della Repubblica Federale di Germania. Sebbene fino a 500.000 Sinti e Rom siano stati vittime del genocidio nazista in Europa, il processo di accettazione delle atrocità commesse contro questa minoranza è iniziato solo molto tardi, è stato detto. Mons. Georg Bätzing, presidente della Dbk, vede nella conferenza anche un “contributo al superamento dei problemi relazionali sorti nel corso della storia”, e nel suo discorso di apertura ha affermato che “ottant’anni dopo la fine del regime nazista in Germania, è giunto il momento di analizzare più da vicino il comportamento della Chiesa durante il periodo di persecuzione, deportazione di massa e sterminio di Sinti e Rom. Nel farlo, ci imbattiamo in abissi e oscurità, sensi di colpa e fallimenti”. È vero che è “inappropriato valutare azioni e omissioni di quel tempo senza tenere conto delle circostanze della vita sotto la dittatura nazionalsocialista”. E riconosciamo con gratitudine “che ci sono stati cattolici che hanno protetto o nascosto membri della minoranza e li hanno aiutati. Ma non possiamo ignorare il fatto che la Chiesa non è riuscita a sollevare un grande clamore di fronte ai crimini contro i Sinti e i Rom”, ha affermato il vescovo Bätzing. Il presidente del Consiglio centrale dei Sinti e dei Rom tedeschi, Romani Rose, ha sottolineato: “Questo simposio della Conferenza episcopale della Chiesa cattolica è un inizio per riconquistare la fiducia perduta. L’analisi critica dell’antiziganismo nella Chiesa cattolica è ora nelle mani di storici indipendenti”. Per Rose “l’intenzione della Chiesa cattolica di esaminare scientificamente la propria storia è una pietra miliare importante nella sua responsabilità storica nei confronti dei Sinti e dei Rom, che sono in maggioranza cattolici e sono sempre stati strettamente legati alla loro Chiesa”.