Società: Forlani (Inapp), “investire in istruzione e formazione per colmare le criticità” rispetto alle competenze cognitive degli adulti

Le persone con alti livelli di competenze (gli high performer) nel nostro Paese sono significativamente meno numerose: 5% nella lettura e comprensione dei testi (12% nella media Ocse), il 6% nell’utilizzo di informazioni matematiche (14% nella media Ocse) e appena l’1% nella risoluzione di problemi in situazioni dinamiche (5% nella media Ocse). È quanto emerge dal Rapporto “Le competenze cognitive in Italia nel contesto internazionale. I fattori determinanti, i livelli e i rendimenti sociali ed economici”, curato dall’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche (Inapp) e presentato oggi, in occasione della Conferenza nazionale Piaac – ciclo 2.
Dall’indagine – si legge in un comunicato – viene confermato il ruolo fondamentale dell’investimento in istruzione e del livello culturale della famiglia di origine nel processo di generazione e accrescimento delle competenze cognitive.
Nel nostro Paese – spiega l’Inapp – il bagaglio medio di competenze possedute dagli adulti non è variato tra il 2012 e il 2023 nonostante si osservino dei peggioramenti significativi nelle regioni del Sud sia in literacy (lettura e comprensione di testi scritti) sia in numeracy (uso di informazioni matematiche) e nelle Isole solo per la literacy. Nel decennio intercorso tra le due rilevazioni Piaac dell’Ocse, tuttavia, la composizione demografica della popolazione adulta è cambiata: “L’invecchiamento della popolazione e l’aumento dei flussi migratori – è stato rilevato – potrebbero aver contribuito al mancato incremento delle competenze a livello nazionale o al peggioramento riscontrato nelle regioni del Mezzogiorno, poiché immigrati e anziani rappresentano due gruppi di popolazione in cui le competenze tendono ad essere inferiori. Se la struttura della popolazione, in termini di età e di provenienza, fosse rimasta la stessa del 2012, il quadro sulle competenze nel 2023 avrebbe mostrato risultati migliori sia nel Mezzogiorno sia nel Nord-Ovest”. “Le stime sulle competenze degli adulti nel 2023 con assetto demografico immutato rispetto al 2012 – prosegue l’Inapp – evidenziano, infatti, che, nel caso della numeracy, nelle Regioni del Sud non si sarebbe assistito ad un peggioramento, bensì a una stabilità nel tempo, mentre nelle regioni del Nord-Ovest si sarebbe riscontrato un miglioramento delle competenze medie. Nel caso della literacy, si sarebbe altresì osservata una stabilità nelle Isole e un miglioramento del Nord-Ovest”.
Per Natale Forlani, presidente dell’Inapp, “l’indagine sulle competenze degli adulti condotta dal nostro Istituto evidenzia l’urgenza di investire in istruzione e formazione per colmare le criticità emerse. Serve il coinvolgimento di attori pubblici e sociali per costruire un’offerta formativa efficace, capace di potenziare le competenze, anche digitali, oggi indispensabili per affrontare con successo il mondo del lavoro e la vita sociale”. “Inoltre – ha concluso –, è necessaria una lettura integrata dei fenomeni in atto nel nostro Paese, analizzando l’impatto dell’invecchiamento della popolazione e delle migrazioni sul patrimonio complessivo di competenze degli adulti in Italia”.

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