Le enormi difficoltà ad affrontare le crisi umanitarie nel mondo a causa dei tagli degli aiuti americani e britannici e le crescenti povertà invisibili e disuguaglianze in Italia che hanno bisogno di ascolto. Sono queste le principali preoccupazioni di Caritas italiana, che lancia “un appello a vigilare e a non distogliere lo sguardo dalle cause strutturali che generano miseria e sofferenza” al termine dei lavori del Consiglio nazionale (9 e 10 dicembre) e della Presidenza (11 dicembre). Caritas italiana esprime “forte preoccupazione per l’attuale scenario internazionale, attraversato da crisi umanitarie sempre più diffuse e spesso dimenticate: l’uragano Melissa a Cuba, Haiti e Giamaica; l’esodo di quasi 8 milioni di persone dal Venezuela; la guerra in Sudan, con 30 milioni di persone che necessitano di aiuti umanitari; tifoni e terremoti nelle Filippine; alluvioni con centinaia di vittime in Sri Lanka e Indonesia”. All’interno di queste crisi opera la rete Caritas, ma “sono ormai evidenti gli effetti del taglio dei fondi per l’aiuto allo sviluppo e alla risposta alle emergenze umanitarie degli Stati Uniti (USAID), che per 60 anni ha finanziato il 40% degli aiuti umanitari globali e che oggi sta inducendo anche altri grandi donatori a rivedere al ribasso il proprio contributo alla solidarietà internazionale”.
“Le conseguenze sul campo sono allarmanti – denuncia Caritas italiana -: in contesti critici come il Sudan e il Sud Sudan, ad esempio, i tagli combinati degli aiuti americani e britannici – alcuni dei quali dirottati verso spese militari – hanno costretto il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (Wfp) a ridurre le razioni alimentari nei campi profughi e a sospendere servizi essenziali come la protezione delle donne vulnerabili, il sostegno alla salute mentale e all’istruzione”.
In Italia, invece, “dove crescono povertà invisibili e nuove disuguaglianze, è importante rafforzare e sostenere i Centri di ascolto, perché siano davvero luoghi ecclesiali di discernimento e accompagnamento, capaci di generare comunità e costruire legami nei territori”. “Viviamo un cambio d’epoca che interpella profondamente le nostre coscienze e il nostro modo di essere Chiesa nel mondo”, osserva Caritas italiana, invitando le istituzioni a mettere “al centro il bene comune e la giustizia sociale in ogni loro scelta”. A tutti i cittadini rivolge un appello “perché riscoprano il valore della partecipazione e della cittadinanza attiva come strumenti per incidere realmente nei processi della storia. Nessuno si senta spettatore di fronte alle sofferenze e alle sfide del presente”.