Parlamento Ue: in plenaria nuovo Patto migrazione e asilo. Principio della “solidarietà obbligatoria ma flessibile”

La sessione plenaria del Parlamento europeo, convocata per oggi e domani a Bruxelles, concluderà il lavoro legislativo di questa legislatura nel settore della migrazione e dell’asilo con un dibattito con la Commissione e la presidenza belga del Consiglio sull’esito dei negoziati sul Patto di migrazione e asilo. I testi, già concordati informalmente con il Consiglio, “mirano a migliorare la cooperazione tra gli Stati europei e la risposta dell’Ue in caso di crisi”. Così in una nota dell’Europarlamento, dove però è chiaro che i gruppi politici appaiono divisi sul nuovo patto, così come lo sono anche i governi dei Paesi membri.
“Il Patto comprende un nuovo quadro per una politica globale in materia di asilo e migrazione basata sulla solidarietà, una ripartizione delle responsabilità e norme aggiornate sui criteri e sui meccanismi per determinare lo Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale (precedentemente note come norme di Dublino)”, spiegano dal Parlamento. “Gli Stati membri potranno scegliere tra trasferire i richiedenti asilo nel loro territorio, versare contributi finanziari o fornire sostegno operativo e tecnico agli Stati membri sottoposti a pressioni migratorie”.
Vi saranno norme specifiche per le situazioni di crisi e saranno aggiornati gli standard di accoglienza per i richiedenti asilo. “Le norme modificate in materia di qualifiche stabiliranno regole uniformi in tutta l’Ue per individuare le persone che chiedono protezione internazionale e tutelare i loro diritti”.
Si voterà anche su una procedura comune più rapida per concedere e revocare la protezione internazionale, a seguito di un primo screening preliminare all’ingresso, e della registrazione delle impronte digitali e delle immagini del volto in una banca dati comune (Eurodac). Infine, un nuovo quadro dell’Ue per il reinsediamento “regolerà le opportunità per i rifugiati nei Paesi terzi di arrivare in Europa, sulla base della partecipazione volontaria degli Stati membri”.

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