Diocesi: mons. Seccia (Lecce), “la carità resti per tutti noi l’unico comandamento per cui vale la pena vivere”

“Stiamo per vivere giorni di intensa devozione per la nostra città e per la nostra diocesi. Il ritorno di una copia della statua di Sant’Oronzo sulla colonna romana della piazza che Lecce, nei secoli, ha intitolato al suo patrono, al di là dei riflessi storici e delle risonanze popolari, diventa per noi credenti una nuova opportunità per una feconda riscoperta delle radici cristiane della nostra terra, del popolo del Salento e, con ogni probabilità, anche della gente di Puglia”. Lo scrive, in un messaggio l’arcivescovo di Lecce, mons. Michele Seccia, in occasione del collocamento, sabato 13 aprile, della statua del santo patrono in piazza Sant’Oronzo.
“Abbiamo celebrato due anni fa il Giubileo Oronziano proprio per fare memoria della scelta coraggiosa di un uomo nato in questa città e che duemila anni fa preferì la via della conversione dal paganesimo, decise di cambiare vita e di abbracciare la verità rivelata nel Vangelo di Gesù Cristo – ricorda il presule -. Fu testimone Oronzo. Senza paura subì le persecuzioni e la prigionia. Affrontò una passione conforme a quella del suo Signore fino al martirio per la fede. Quante volte, durante il Giubileo Oronziano, abbiamo ricordato questa storia chiedendo per noi al Signore la grazia e il coraggio della testimonianza… Non è epopea, non è esaltazione delle doti sovrumane di un personaggio leggendario, la vita di Oronzo non è un poema epico. Per noi credenti è un simbolo, è modello, è esempio di santità da seguire e da imitare”.
La festa della città, dopo cinque anni di assenza dell’antico simulacro, precisa mons. Seccia, “è un atto dovuto: sia una festa della comunità, superando le divisioni che la politica spesso provoca e rincorrendo la volontà comune di unità e di concordia, virtù di cui questo tempo è purtroppo avaro. Sia la festa della legalità come stile di vita, del dialogo come via dell’umanizzazione delle contrapposizioni sociali e culturali, del rispetto reciproco e della cura vicendevole: la carità resti per tutti noi l’unico comandamento per cui vale la pena vivere”.
Poi un invito “a non cadere nella tentazione del vuoto folklore che spesso degenera in superstizione allontanando uomini e donne dal vero senso della devozione e dalle vere ragioni della fede”.
Mentre la statua salirà fino in cima alla colonna “le campane di tutte le chiese di Lecce suoneranno a distesa in segno di partecipazione all’evento, di gioia per questo atteso ritorno, di ringraziamento e di lode al Signore”, anticipa l’arcivescovo, che conclude: “Sant’Oronzo continui a starci vicino, a preservaci dal male, a benedire il nostro impegno, a proteggere i nostri bambini e i nostri giovani, a custodire le nostre famiglie e ad avere un occhio di riguardo per chi in questa città soffre: per gli anziani, per gli ammalati e per tutti i poveri”.

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