“Dopo lo sconcerto, il dolore e anche la rabbia, occorre camminare tutti insieme verso un obiettivo comune: costruire una nuova cultura del lavoro”. A dirlo è il vescovo di Prato, monsignor Giovanni Nerbini, delegato della Conferenza episcopale toscana per il lavoro e le questioni sociali. “Lo voglio dire senza giri di parole: siamo stanchi di essere addolorati, non vogliamo più commentare le morti sul lavoro dicendo ‘non deve succedere più’”. Monsignor Nerbini interviene nuovamente sul tragico incidente avvenuto nello stabilimento Eni a Calenzano – dove lunedì scorso hanno perso la vita cinque persone e altre sono rimaste gravemente ferite – per invitare la comunità pratese, e non solo, a iniziare percorsi comuni di formazione, conoscenza e approfondimento del lavoro, di quello che rappresenta per l’uomo, dell’importanza del rispetto delle leggi e dei diritti dei lavoratori. La Chiesa di Prato ha deciso di intraprendere un cammino di formazione – dedicato alla cultura del lavoro – attraverso “cinque incontri dedicati alla condivisione di idee e proposte per favorire il rispetto dei diritti e garantire la dignità di ogni persona”. Immigrazione, cura, pace, ambiente e giovani: sono i cinque temi sui quali la Pastorale sociale e del lavoro della diocesi pratese chiama la città a confrontarsi per trovare strade comuni di impegno all’interno del mondo del lavoro. Il primo dei cinque appuntamenti in programma, sul tema “Lavoro e immigrazione”, si tiene martedì 7 gennaio alle 21.15 nei locali del circolo Acli Giorgio La Pira in via Donizetti. Seguiranno incontri a distanza di una settimana. Nel frattempo si è costituita la Commissione di studio sul lavoro nata dalla riunione della comunità ecclesiale, convocata un mese fa dal vescovo Nerbini in Palazzo vescovile per affrontare in modo unitario e consapevole il dramma dello sfruttamento lavorativo.