“Il 51,4% dei ragazzi soffre in modo ricorrente di stati di ansia o tristezza prolungati. Il 49,8% lamenta un eccesso di stanchezza. Il 46,5% dichiara di provare nervosismo”. E ancora: “Il 29% ha frequenti mal di testa e il 25,4% dichiara di non dormire bene”. È quanto emerge da una consultazione pubblica tra circa 7.500 studenti italiani della scuola secondaria promossa dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza sulla piattaforma online iopartecipo.garanteinfanzia.org sui disturbi provati in maniera ricorrente dalla pandemia in poi. I sedicenni hanno rappresentato la metà di coloro che hanno risposto a un questionario a risposta multipla elaborato con il supporto di un comitato scientifico nominato dall’Agia.
“Ho deciso di rendere pubblico quanto emerso dalla consultazione proprio oggi, in occasione del World Health Mental Day, la Giornata mondiale della salute mentale, perché penso che sia utile in questa ricorrenza porre l’accento sulla condizione dei minorenni”, dichiara l’Autorità garante Carla Garlatti. “Di solito in simili occasioni si parla di salute mentale con riferimento alle necessità e ai bisogni degli adulti. Io invece vorrei che si prestasse maggiore attenzione a come si sentono i ragazzi e a come è cambiata la loro vita dopo la pandemia, anche se il ricordo di essa può apparirci affievolito”.
E quindi, come dicono di sentirsi i ragazzi adesso? “Il 35% si dice sereno, il 24% ansioso e il 16% non sa definire il proprio stato d’animo. L’8% si ritiene felice e il 6% solo. Il 40,3% pensa che oggi il proprio rendimento scolastico sia migliorato rispetto al periodo della pandemia. Una fase, quest’ultima, rispetto alla quale il 28% dei ragazzi riferisce di aver trovato insegnanti vicini e comprensivi e il 24,7% invece disinteressati agli studenti e attenti solo ai risultati. Il 30%, poi, afferma che, rispetto al periodo della pandemia, i rapporti con la famiglia sono migliorati”.
Ancora, “la maggior parte dei ragazzi che ha partecipato alla consultazione preferisce vedere gli amici dal vivo (55,9%), mentre le relazioni online sono preferite soltanto dal 6,9%”. Queste risposte però vanno affiancate ad altre nelle quali “i giovani dicono di aver avvertito nell’ultimo anno disagio nei confronti delle relazioni in presenza (26,4%)”. Infine, “ci sono delle abitudini emerse durante la pandemia e mantenute anche successivamente, che prima non c’erano. Si tratta, in particolare, dello studiare meno o in maniera discontinua (40,4%), del dormire poco o tardi (33,3%), del fare poca attività fisica (31,8%) e del mangiare troppo o troppo poco (31,7%)”.
L’iniziativa è stata promossa anche con un banner su Skuola.net e con il supporto del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
I risultati della consultazione pubblica sono scaricabili dal sito dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza.