Africa: Eva Crosetta racconta un viaggio umanitario nel suo primo libro

Foto Sir

Si intitola “Che colpa ne ho se sono nato in Congo all’ombra di un mango?” il primo libro di Eva Crosetta. La conduttrice Rai si è cimentata nella scrittura dei suoi racconti, di un suo viaggio umanitario in Africa. Il testo è uscito per Bur Rizzoli l’8 ottobre scorso in tutte le librerie ed è già disponibile il pre-order online su Amazon, IBS, Feltrinelli, Mondadori Store.
Un libro sincero e ricco di umanità, per sentire da chi l’ha provato davvero il potere trasformativo della misericordia di Dio. A volte basta poco perché la nostra vita prenda una svolta inaspettata e ci porti in un posto bellissimo. Per una “Dio-incidenza” la strada di Eva Crosetta si incrocia con quella di don Matteo Galloni, fondatore insieme a Francesca Termanini, della Comunità Amore e Libertà, che dal 1988 accoglie bambini e ragazzi soli, in Italia e nell’estrema periferia di Kinshasa, a Masina III, in Congo. In questo diario di viaggio, pieno di delicata ironia, di riconoscenza e di grazia, Eva accompagna il lettore a scoprire il suo percorso di conversione e fede e a vivere con lei le esperienze nella missione di Kinshasa: tra scene quotidiane a volte commoventi, a volte dure e al limite della crudeltà, presenta, tra gli altri, Mbui, un ragazzo sordomuto con la stoffa dell’attore, il grintoso Giovannino, sempre pronto a farsi valere nonostante la giovanissima età, Alessandra, la “maman” degli ospiti di Kinshasa, Gabriella, che dopo la prima volta in Congo è rimasta a Masina III, dove ha conosciuto lo splendido bambino che oggi è suo figlio.
“Ho pensato a tutte le persone che ho conosciuto in quel viaggio… alla loro forza, alla loro capacità di dedicarsi agli altri e di affidarsi. Ho imparato che la dignità di una persona è ancor più importante del pane! E che, nel cuore della miseria più nera, c’è chi ha la volontà di indossare una camicia incredibilmente candida per recarsi a scuola – racconta -, perché solo con la cultura potrà cambiare il suo destino e quello del Paese. Un’esperienza, che invito a vivere perché entri in contatto con il bene, impari a prenderti meno sul serio, hai percezioni nuove (mi sono sentita “bianca” per la prima volta in vita mia!), annusi e respiri amore misto a povertà e fatica in ogni angolo ma sempre amore. Lì le persone riescono ancora a sorridere: è un’esperienza così forte ti permette di ‘resettarti’ e di ritrovare e riconquistare la giusta misura in tutto! Ho vissuto la prova provata che non ci si salva da soli e quando una mano si tende verso di te la tua vita sta già cambiando”. Il ricavato dei diritti d’autore sarà interamente devoluto alla Fondazione Comunità Amore e Libertà Onlus.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Diocesi