Carceri: Milano, se ne parla in 2 incontri promossi da Sbarre di Zucchero, insieme alla Fondazione Casa della Carità

Nel 2023 nelle carceri italiane si sono tolte la vita 69 persone. E già 11 sono stati i suicidi in questo primo mese del 2024. Proprio partendo da questo drammatico dato, che purtroppo cresce su base quasi quotidiana, l’Associazione Sbarre di Zucchero, insieme alla Fondazione Casa della Carità, promuove, a Milano, due incontri sul carcere.
“Secondo l’ultimo studio del Garante nazionale delle persone private della libertà, a gennaio 2024 negli Istituti di pena italiani, la popolazione detenuta ha raggiunto la cifra di 60.382 persone, superando la capienza effettiva di 47.300 posti disponibili, con un indice di sovraffollamento del 127,48%”, ricorda una nota.
Il primo incontro, dal titolo “Il coraggio di restare. Il dramma dei suicidi in carcere”, si terrà mercoledì 31 gennaio, alle 17.30. Parteciperanno don Paolo Selmi, presidente della Fondazione Casa della Carità, Micaela Tosato, fondatrice di Sbarre di Zucchero, Francesco Maisto, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Milano, Giorgio Leggieri, direttore della II Casa di reclusione di Milano – Bollate, Silvia Landra, medico psichiatra nelle carceri di Bollate e San Vittore, don Virginio Colmegna, presidente onorario della Fondazione Casa della Carità.
Nel secondo incontro, in programma mercoledì 21 febbraio alle 17.30, si parlerà invece di “Quando il carcere è donna”, insieme a don Paolo Selmi, presidente della Fondazione Casa della Carità, Giacinto Siciliano, direttore della Casa circondariale San Vittore, Roberto Bezzi, responsabile dell’Area educativa della II Casa di reclusione di Milano – Bollate, Adolfo Ceretti, criminologo, professore ordinario di criminologia e docente di mediazione reo-vittima nell’Università di Milano-Bicocca (in attesa di conferma), Susanna Ronconi, ricercatrice, formatrice, attivista nell’impegno sociale e per i diritti umani, e don Virginio Colmegna, presidente onorario della Fondazione Casa della Carità.
Entrambi gli incontri saranno moderati da Luigi Pagano, già provveditore regionale e vice capo Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, e si svolgeranno presso l’auditorium della Casa della Carità, in via Francesco Brambilla 10, a Milano. La prenotazione è consigliata all’indirizzo: www.casadellacarita.org/incontri/incontri-carcere.
“Sbarre di Zucchero si pone come obiettivo garantire un ‘dopo il carcere’, perché tutti possano ricevere una seconda opportunità e che sia concesso a tutti, con le proprie forze e i propri mezzi, nonché attraverso il sostegno del movimento, di stringere tra le mani questa opportunità – afferma Micaela Tosato -. Ci piace ricordare, seppur con un velo di tristezza, le ultime parole di Donatela Hodo (che si è suicidata in carcere a Verona nel 2022, ndr.), scritte su un foglietto di carta a quadretti, una breve lettera d’amore al suo fidanzato: ‘Leo, amore mio, mi dispiace, sei la cosa più bella che mi poteva accadere per la prima volta in vita mia; penso e so cosa vuol dire amare qualcuno, ma ho paura di tutto, di perderti e non lo sopporterei. Perdonami, sii forte, ti amo. E scusami’. Ed ecco, allora, il focus del movimento: l’attivismo si focalizza sul fare sì che ‘nessuno abbia più paura di tutto’, come era accaduto a Donatela. Affinché quelle celle sovraffollate, inadeguate totalmente alla vita ed agli esseri umani, non diventino più bare. Sbarre di Zucchero intende, con forza, riportare al centro del dibattito italiano un tema che, troppo spesso, è relegato ai margini della società e non viene preso affatto in considerazione seriamente dalle forze politiche”.
“La Casa della Carità – aggiunge don Paolo Selmi – da sempre si occupa dei diritti e dell’inclusione delle persone detenute, entrando in carcere con le sue attività sociali e culturali e portando il carcere fuori dalle sue mura. Perché il carcere – per citare il titolo di una recente mostra che abbiamo ospitato nel nostro auditorium – è un luogo della città e i suoi abitanti non sono alieni, ma sono persone a cui è stata tolta la libertà, a cui però non deve essere tolta la dignità”.

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