Aborto: mons. Turazzi (San Marino), “dare vita a una rete di prevenzione efficace e solidale che aiuti la donna in difficoltà e ogni gravidanza difficile”

“Anche se il cattolico sa che nessuna legge può rendere moralmente lecita la soppressione di una vita umana – quello che viene proclamato come diritto, in realtà è una delle piaghe dell’umanità – è importante ora operare attivamente per migliorare quanto più possibile tale legge, al fine di supportare con ogni aiuto possibile i figli, le loro madri ed i loro padri, per limitare il ricorso all’aborto”. Lo scrive il vescovo di San Marino-Montefeltro, mons. Andrea Turazzi, nel suo messaggio al popolo sammarinese in merito al progetto di Legge sull’interruzione volontaria della gravidanza, a breve in discussione nella commissione consiliare preposta e successivamente in Consiglio Grande e Generale della Repubblica di San Marino, a seguito del recente referendum popolare a cui si deve dare attuazione. “Non è mia competenza, né mio compito intervenire sugli aspetti tecnici del progetto di Legge, ma credo di poter sottolineare alcune esigenze etiche sulla questione”, aggiunge.
Il presule esorta i cattolici a “saper valorizzare, senza timore, le ragioni della propria fede e, insieme alle persone di altre convinzioni e laiche, far riferimento alle motivazioni di ragione, in sintonia con la secolare tradizione umanistica della Repubblica di San Marino”. “Auspico che – questo è il momento opportuno – tutte le forze politiche adempiano la promessa fatta coralmente durante la campagna referendaria: dare vita ad una rete di prevenzione efficace e solidale che aiuti la donna in difficoltà ed ogni gravidanza difficile, senza lasciare indietro nessuno; investire di più nell’educazione al rispetto del proprio corpo e delle relazioni affettive, sia nella società civile, sia nella scuola”.
Dal vescovo la richiesta di fissare con “chiarezza” “almeno il limite temporale entro il quale l’aborto viene depenalizzato, in modo rispettoso dell’embrione umano e in considerazione dei progressi della scienza medica”. “Coerentemente con quanto avviene in tutti i Paesi dell’Europa, chiedo si riconosca il diritto all’obiezione di coscienza all’aborto per tutto il personale medico e paramedico. Si riconosca, altresì, libertà di iniziativa alle associazioni laiche e cattoliche che agiscono per aiutare le famiglie e le donne in difficoltà. Chiedo, infine, non sia consentito un utilizzo a fini di commercio dei resti umani degli aborti”.

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