Piera Degli Esposti: Giraldi (Cnvf), “interprete raffinata, ironica e libera, era fiera antidiva”

“Quella di Piera Degli Esposti è stata una lunga e rigogliosa carriera tra teatro, cinema, televisione e letteratura. Un’interprete, una donna, di grande cultura e ironia che ha marcato con incisività ogni singolo ruolo interpretato, anche il più periferico”. Così Massimo Giraldi, presidente della Commissione nazionale valutazione film della Cei (Cnvf), commenta al Sir la morte di Piera Degli Esposti, attrice bolognese classe 1938 e divenuta poi romana di adozione, quella Roma che ha vissuto e raccontato con grande passione e originalità anche nel suo ultimo romanzo “L’estate di Piera” (firmato con il giallista Giampaolo Simi, edito nel 2002). La carriera di Piera Degli Esposti inizia dalla seconda metà degli anni ’60 muovendosi tra il teatro sperimentale e i grandi racconti televisivi Rai come “Il conte di Montecristo” (1966) e “Il Circolo Pickwick” (1968). Al cinema Piera approda nel 1967 con “Questi fantasmi” di Renato Castellani (1967) e subito dopo con “Sotto il segno dello scorpione” (1969) dei fratelli Taviani. Nella sua lunga carriera che si gioca in oltre cinque decenni Piera Degli Esposti annovera numerose collaborazioni importanti, tra cui quelle con: Pier Paolo Pasolini (“Medea”, 1969), Luigi Zampa (“Bisturi. La mafia bianca”, 1973), Nanni Moretti (“Sogni d’oro”, 1981), Lina Wertmüller (“Scherzo del destino in agguato dietro l’angolo come un brigante da strada”, 1983), fino ad arrivare agli anni Duemila con Giuseppe Tornatore (“La sconosciuta”, 2006) e Paolo Sorrentino (“Il Divo”, 2008). Vincitrice più volte di David di Donatello e Nastri d’argento, Piera Degli Esposti ha sempre spaziato nei progetti; in televisione, ad esempio, negli ultimi anni aveva trovato un fecondo sodalizio con Riccardo Milani nelle serie Rai “Tutti pazzi per amore” (2008-12) e “Un grande famiglia” (2012-15).

Ricordando la carriera dell’attrice bolognese, Giraldi aggiunge: “Piera Degli Esposti non era un’interprete che amava ripetersi o accontentarsi. Entrava nei ruoli con decisione e meticolosità, non adagiandosi mai al facile successo o a scelte comode. La sua indimenticabile ironia brillante, a tratti tagliente, era divenuta una firma assolutamente riconoscibile. Ci lascia dunque un’artista, una donna, di profondo talento, totalmente antidiva e anticonformista. In una parola: libera”.

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