Aggregazioni laicali: Fontolan (Cl), “la società italiana è ancora ricca della speranza cristiana”

“Il futuro del laicato cattolico non può essere scisso da quello che oggi è il cristianesimo e da come questo risponde ai bisogni del tempo presente”. Ne è convinto Roberto Fontolan, direttore del Centro internazionale di Comunione e Liberazione, intervenuto all’incontro “Le realtà ecclesiali, segno di speranza” promosso dalla Consulta delle Aggregazioni laicali per interrogarsi sul modo di essere Chiesa al tempo del Covid-19. Per Fontolan, “il tema della pandemia ci investe su due livelli”. Il primo di tipo esistenziale, “per tutte le domande, angosce e paure che l’esplosione del virus ha portato nelle nostre vite”: “Ci siamo sentiti tutti un po’ come Giobbe perché abbiamo chiesto a Dio il motivo di quello che stava accadendo”. “Il secondo livello – ha proseguito Fontolan – è invece quello delle tante realtà che si sono mosse autonomamente grazie alla ricchezza del tessuto sociale italiano che, nonostante tutto, è ancora caratterizzato da carità, apertura e accoglienza”. Anche se, ha sottolineato, “il sistema dei poteri e della politica sembra avere fra i suoi obiettivi quello di cancellarle”. Al riguardo ha evidenziato come la loro presenza sia stata fondamentale, “in quanto ha contribuito a non far andare il Paese alla deriva”. E ha concluso: “La pandemia ha quindi posto domande molto radicali sul senso della vita. Ma il Signore accompagna sempre le nostre esistenze, ponendoci davanti un amico, una presenza che ci è vicina nella sofferenza. La speranza c’è in quanto la presenza di Dio è radicata nel presente della nostra storia umana”.

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