Papa Francesco: Angelus, “non fare i furbi”, “guardare in faccia la propria realtà, così come siamo”

(Foto Vatican Media/SIR)

Dire “no” al peccato e “sì” alla grazia. E’ questa “la strada per diventare santi e immacolati”. A spiegarlo, durante l’Angelus dedicato alla festività dell’Immacolata, è stato il Papa. “Quello che per Maria è stato all’inizio, per noi sarà alla fine, dopo essere passati attraverso il bagno purificatore della grazia di Dio”, ha spiegato Francesco: “Quello che ci apre la porta del paradiso è la grazia di Dio, ricevuta da noi con fedeltà. Tutti i santi e le sante hanno percorso questa strada. Anche i più innocenti erano comunque segnati dal peccato di origine e hanno lottato con tutte le forze contro le sue conseguenze”. Il primo “di cui abbiamo certezza che sia entrato in paradiso”, ha ricordato infatti il Papa, era un “poco di buono”: uno dei due che furono crocifissi con Gesù. Questo perché “la grazia di Dio è offerta a tutti; e molti che su questa terra sono ultimi, in cielo saranno i primi”. “Attenzione però”, il monito di Francesco: “Non vale fare i furbi: rimandare continuamente un serio esame della propria vita, approfittando della pazienza del Signore – Lui è paziente, Lui ci aspetta, Lui c’è sempre per darci la grazia –. Noi possiamo ingannare gli uomini, ma Dio no, Lui conosce il nostro cuore meglio di noi stessi”. “Approfittiamo del momento presente!”, l’invito: “Questo sì è il senso cristiano del profittare del giorno: non godere la vita nell’attimo che fugge, no, questo è il senso mondano. Ma
cogliere l’oggi per dire ‘no’ al male e ‘sì’ a Dio; aprirsi alla sua Grazia; smetterla finalmente di
ripiegarsi su sé stessi trascinandosi nell’ipocrisia. Guardare in faccia la propria realtà, così come
siamo; riconoscere che non abbiamo amato Dio e non abbiamo amato il prossimo come dovevamo, e confessarlo. Questo è iniziare un cammino di conversione chiedendo prima di tutto perdono a Dio nel Sacramento della Riconciliazione, e poi riparare il male fatto agli altri. Ma sempre aperti alla grazia. Il Signore bussa alla nostra porta, bussa al nostro cuore per entrare con noi in amicizia, in comunione, per darci la salvezza”.

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