Papa Francesco: ricominciare ad “essere fratelli, invece di fomentare odi e risentimenti”

“Siamo cresciuti in tanti aspetti ma siamo analfabeti nell’accompagnare, curare e sostenere i più fragili e deboli delle nostre società sviluppate. Ci siamo abituati a girare lo sguardo, a passare accanto, a ignorare le situazioni finché queste non ci toccano direttamente”. A denunciarlo è il Papa, che nella “Fratelli tutti” cita ancora una volta il Buon Samaritano come icona della capacità di accogliere e di prendersi cura dell’altro, unico antidoto per una “società malata, perché mira a costruirsi voltando le spalle al dolore”. “Si può rifare una comunità a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano l’uomo caduto, perché il bene sia comune”, la ricetta di Francesco, secondo il quale “vivere indifferenti davanti al dolore non è una scelta possibile; non possiamo lasciare che qualcuno rimanga ai margini della vita”. “Ogni giorno ci troviamo davanti alla scelta di essere buoni samaritani oppure viandanti indifferenti che passano a distanza”, scrive il Papa: “Ogni giorno ci viene offerta una nuova opportunità, una nuova tappa. Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti”.

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