Giornata pace: mons. Crociata (Latina), “trovare la giusta temperatura morale per guardare in avanti con senso di progettualità e visione di futuro”

“Tutti, a cominciare da noi qui presenti, siamo interpellati – autorità, istituzioni e cittadini –, coinvolti nell’intreccio di ‘architettura’ e ‘artigianato’, impegnati a percorrere le vie ‘del dialogo tra le generazioni, dell’educazione e del lavoro’”. Lo ha detto mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, nella messa per gli amministratori pubblici e i rappresentanti delle parti sociali in occasione della 55ª Giornata mondiale della pace, celebrata presso la cattedrale di San Marco a Latina, nella solennità di Maria Madre di Dio. Al termine della messa il presule ha consegnato alle autorità intervenute una copia del messaggio del Papa.
“La cosa più difficile sta nel trovare la tensione ideale, la giusta temperatura morale per guardare in avanti con senso di progettualità e visione di futuro – ha osservato il vescovo -. Il nostro è un tempo che vede appannato, se non oscurato, il futuro. Le difficoltà economiche e sanitarie sono le prime a produrre tale sensazione, ma la causa più grave si trova al livello spirituale, quando mancano risorse ideali e morali. Il drammatico calo della natalità che il nostro Paese, insieme ad altri in Europa, sta soffrendo è un segno inequivocabile di paura del futuro. La nostra città sembra rappresentare in questo senso una piccola eccezione, poiché conosce un livello più alto della media quanto a nascite, ma si tratta di una potenzialità che va coltivata e promossa”. In questo senso, “a proposito di ‘architettura e artigianato della pace’, dobbiamo intendere bene che l’alleanza tra le generazioni ha bisogno dell’alleanza delle istituzioni e dei cittadini, ha bisogno di misure strutturali e di cura dei rapporti personali. Ci sono per ciascuno di noi, qui presenti, due ordini di impegni, uno sociale e l’altro personale. Il primo è quello pubblico e istituzionale: adempiere diligentemente ai propri doveri è già promuovere il dialogo tra le generazioni. Pensiamo alla scuola e all’università: svolgervi con serietà e impegno il compito di insegnamento e quello di apprendimento e di studio è già realizzare un dialogo fecondo di pace e di futuro”.
Nell’ambito del lavoro, “le questioni sono davvero complesse. Ma c’è un punto su cui l’osservazione di molti si dirige, e cioè il fatto che istituzioni e organismi sociali si preoccupano di garantire, spesso fino all’esasperazione, il benessere di chi il lavoro ce l’ha già, poco curanti che i giovani non trovino spazi di occupazione”. Per non parlare della “questione della ricchezza che viene dilapidata a scapito delle generazioni future, tutti concentrati come siamo su un presente di cui godere il più possibile, nella dimenticanza delle conseguenze del nostro stile di vita. E a proposito di dilapidare, la questione ambiente si fa sempre più drammatica, con un inquinamento invisibile che non può essere rimosso dall’immagine, quando c’è, di città pulite e ordinate”.

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