“Non possiamo restare in silenzio di fronte alla drammatica escalation di violenza, al moltiplicarsi di atti di disumanità, all’annientamento di città e di popoli”. È l’appello lanciato dai vescovi italiani al termine della sessione autunnale del Consiglio permanente della Cei, svoltasi a Gorizia dal 22 al 24 settembre sotto la guida del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei. In una terra di confine segnata da integrazione e dialogo, i presuli hanno ribadito l’urgenza di promuovere la pace insieme ai vescovi di Slovenia e Croazia, sottoscrivendo un documento congiunto che riafferma “la nonviolenza, il dialogo, l’ascolto e l’incontro come metodo e stile di fraternità”. Il card. Zuppi ha richiamato il compito profetico e spirituale della Chiesa in un tempo segnato da guerre, fratture e sfiducia, sottolineando che “la parola della Chiesa rischia di apparire isolata, voce che grida nel deserto”. Di qui il richiamo a non cedere alla frustrazione, ma a riscoprire “il valore dell’utopia cristiana come seme di futuro”. In un contesto di polarizzazione crescente, i vescovi esortano a un linguaggio qualitativamente diverso, fondato sulla preghiera, la carità e la verità, promuovendo iniziative comuni come veglie, digiuni e momenti liturgici.