Don Luigi Ciotti: card. Zuppi, un sacerdote che “senza risparmiarsi” ha donato “quello che era, imparando a essere quello che serve”

“Ottanta anni. Adesso don Luigi ha il certificato di essere tra i più robusti, come indica il salmo. Ma lo è da parecchio e ha aiutato tanti a essere robusti contro il male e i suoi insidiosi e sempre sorprendenti complici”. Lo scrive il card. Matteo Zuppi, presidente della Cei, nella prefazione al libro “Vi Auguro di essere eretici. Don Luigi Ciotti, una vita in cammino (San Paolo) scritto da Tony Mira, già inviato speciale di Avvenire. Il card. Zuppi sottolinea che “robusto, perché forte nell’amore e perché ha donato forza a chi non ce la faceva più, a chi era guardato con disprezzo e oltre a essere vittima anche giudicato con sospetto, a chi era smarrito, perso nel labirinto del suo cuore e della sua mente perché prigioniero delle dipendenze, a chi aveva paura ma non voleva tradire la giustizia e l’onestà ma da solo non ce l’avrebbe mai fatta e si sarebbe arreso alla violenza degli arroganti”. Don Ciotti – spiega il porporato – “non si è piegato alle convenienze e si è nutrito della vera forza, dell’amore del Signore che rende saggi i semplici e protegge dal male chi si affida a Lui, getta lontano da sé e dal suo cuore e dalla sua mente la spada e tutto prende in mano senza paura del veleno del male perché protetto dall’amore”. Nel volume il sacerdote, fondatore del Gruppo Abele e di Libera nel dialogo con Mira dice la sua sul nostro presente, dal drammatico tema delle droghe, delle dipendenze, etc. e l’augurio  a tutti ad essere “eretici” che dal greco – spiega – vuol dire “scelta”: eretico è “la persona che sceglie e, in questo senso, è colui che più della verità ama la ricerca della verità”. Un sacerdote don Ciotti – scrive il card. Zuppi – che “senza risparmiarsi” ha donato “quello che era e imparando a essere quello che serve, proprio perché si è pensato con gli altri. E così ha aiutato la Chiesa a essere sé stessa, un noi e un noi che include tanti”. Il cristiano vive “un amore senza confini e senza paura tanto da prendere in mano i serpenti e da non considerare nessuno un nemico ma vederlo per quello che è, un fratello che non ti riconosce. Il cristiano ama i nemici, perché sa che non è tale ma è suo fratello e che solo se incontra occhi buoni ritrova sé stesso e il fratello che voleva uccidere o combattere. Il noi di don Luigi – sottolinea il car. Zuppi – ha incluso tanti, per certi versi tutti ma non nel senso indistinto, generico, universalistico, ma tutti perché l’amore del Vangelo rende familiare ognuno”. Un libro ricco di storia ma anche di sofferenza e di tanta vita vera…e tante testimonianze dei “compagni di strada” di don Ciotti.

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