“La cronaca dà notizia di comportamenti e stili spesso violenti, trasgressivi, provocatori dei giovani, davanti ai quali è fin troppo facile pronunciare giudizi di condanna”. Con queste parole si apre il quinto numero della rivista “Rogate ergo” (settembre-ottobre 2025), che si sofferma sul tema della devianza giovanile. Nella riflessione introduttiva si legge: “Non si tratta di un problema organizzativo, ma è in gioco uno stile di vita”. Paola Bignardi, coordinatrice dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo, propone “di fermarsi, ascoltare i giovani, capire cosa c’è dietro la violenza che parla di una rabbia accumulata in anni di solitudine, di affetti negati, di attenzioni non ricevute, di umiliazioni patite”. Secondo il pedagogista Mario Pollo “occorre che i giovani scoprano che il senso della loro vita si rivela pienamente solo se essa si inscrive in una dimensione trascendente”. “Il cuore di chi compie questi crimini – scrive Pollo – è quasi sempre escluso dalle analisi”. “Ciò comporta che per educare è necessario coltivare uno sguardo di fede e di speranza”. Completano il numero le esperienze raccontate da Marco Erba, docente di lettere in un liceo di Milano, e la riflessione di don Luca Peyron, dell’Università di Torino, sulle “tecnologie digitali, che rispondono sempre più a processi assimilabili all’educazione più che alle funzioni meccaniche a cui siamo abituati”.