La discesa agli inferi “non riguarda solo il passato, ma tocca la vita di ciascuno di noi”. Lo ha spiegato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi. “Gli inferi non sono solo la condizione di chi è morto, ma anche di chi vive la morte a causa del male e del peccato”, ha affermato Leone XIV: “È anche l’inferno quotidiano della solitudine, della vergogna, dell’abbandono, della fatica di vivere”. “Cristo entra in tutte queste realtà oscure per testimoniarci l’amore del Padre”, ha commentato il Pontefice: “Non per giudicare, ma per liberare. Non per colpevolizzare, ma per salvare. Lo fa senza clamore, in punta di piedi, come chi entra in una stanza d’ospedale per offrire conforto e aiuto”. “I Padri della Chiesa, in pagine di straordinaria bellezza, hanno descritto questo momento come un incontro: quello tra Cristo e Adamo”, ha ricordato Leone: “Un incontro che è simbolo di tutti gli incontri possibili tra Dio e l’uomo. Il Signore scende là dove l’uomo si è nascosto per paura, e lo chiama per nome, lo prende per mano, lo rialza, lo riporta alla luce. Lo fa con piena autorità, ma anche con infinita dolcezza, come un padre con il figlio che teme di non essere più amato”.