“La scuola non è un palcoscenico di voti e interrogazioni. È una vita che ricomincia, tra zaini trascinati, risate, paure, e quel tempo sospeso tra un banco e un corridoio, laddove in quei luoghi semplici passa il futuro del proprio essere. Carlo Acutis lo sapeva bene. Non era un ‘santino’ fuori dal mondo, né un prete vestito da alunno, ma un ragazzo che amava il web, gli amici, la ricerca della giusta umanità. Eppure ha capito che la vera sfida non è correre dietro al successo o all’apparenza, ma fare del bene, lasciando un segno che resta”. Lo scrive don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’associazione Meter, in un messaggio agli studenti che stanno rientrando in classe.
In questi giorni, “mentre milioni di ragazzi e ragazze tornano a scuola – prosegue il sacerdote – penso che la vera rivoluzione sia questa: non avere paura di essere se stessi. Carlo Acuti, anzi, il santo dei millenial direbbe ‘Tutti nascono originali, ma molti muoiono fotocopie’: bisogna continuare ad essere unici. Non per solitudine, ma per costruire legami veri, quelli che non si consumano nel tempo di una chat o di un chatbot”.
La scuola, sottolinea Di Noto, non è mai solo “programma da svolgere”: è occasione per “scoprire chi siamo, per sbagliare e rialzarsi, per trovare un senso più grande. Carlo lo ha fatto con un Vangelo in mano e il cuore acceso. Non è un modello irraggiungibile: è la dimostrazione che la santità e la bellezza passano anche da un’aula, da un compito in classe, da un’amicizia custodita, senza bullismo o vessazioni”. Di qui l’augurio che “ogni ragazzo e ragazza trovi nella scuola non un peso, ma un luogo dove imparare a vivere. E a vivere bene”.