“Il 13 settembre 2015, ho ricevuto l’ordinazione episcopale e, con essa, un legame indissolubile con la Chiesa di Ozieri. Quel giorno non è stato solo l’inizio di un ministero, ma l’inizio di una storia d’amore: tra un pastore e il suo popolo. Una storia fatta di ascolto, fatiche, sorrisi, perdono e fiducia reciproca. Vorrei che questo anniversario fosse sentito come ‘nostro’, perché ogni passo, ogni scelta, ogni prova, l’abbiamo vissuta insieme. E se qualcosa di bello è accaduto, è stato frutto della grazia di Dio e della corresponsabilità di tutti. Nessuno cammina da solo”. Lo scrive mons. Corrado Melis, vescovo di Ozieri, in una lettera alla comunità diocesana in occasione dei primi 10 anni di episcopato.
“In questi anni – rivela il presule – ho imparato che il cuore dell’episcopato non è il fare, ma l’incontrare. Non le attività, ma le persone. Ho cercato di costruire relazioni fondate sulla stima, sul dialogo, sull’ascolto sincero. Ho fallito molte volte, lo so. Ma mai ho smesso di voler bene e di voler camminare insieme”. “Il Signore – prosegue – mi ha educato anche attraverso la sofferenza. Le prove non sono mancate. Ma posso dire, con il cuore in pace, che la sofferenza non mi ha mai tolto la speranza. Anzi, è diventata spazio dove ho potuto sperimentare la tenerezza di Dio, la sua forza che si manifesta proprio quando mi sentivo più fragile. Non sono un Vescovo speciale”. Non ho carismi straordinari”, ammette: “La mia fede è rimasta semplice, fragile come quella di chiunque altro. Ma ho visto lo Spirito agire nonostante me, e questo mi ha insegnato che la Chiesa è opera Sua, non nostra”. “In questi dieci anni ho conosciuto e amato tanti sacerdoti, diaconi, laici, giovani, famiglie, anziani. Ho imparato da ciascuno. La vostra fede concreta, spesso silenziosa, è stata per me una scuola di Vangelo”, afferma mons. Melis riconoscendo che “dieci anni sono un tempo significativo. Ma non sono un traguardo. Sono una nuova partenza. Guardo avanti con il desiderio di servire ancora, di ascoltare di più, di amare meglio”.