“Individuare percorsi, locali e internazionali, che sviluppino nuove forme di carità sociale, di alleanze tra saperi e di solidarietà tra le generazioni”. E’ l’invito con cui il Papa ha concluso il suo discorso ai partecipanti al Meeting sulla fraternità umana, ricevuti in udienza. “Siano percorsi popolari, che includano anche i poveri, non come destinatari di aiuto, ma come soggetti di discernimento e di parola”, l’altra raccomandazione di Leone XIV, che ha incoraggiato i presenti, tra cui alcuni Premi Nobel, a “proseguire in questo lavoro di semina silenziosa” da cui può nascere “un processo partecipativo sull’umano e sulla fraternità, che non si limiti a elencare i diritti, ma includa anche azioni e motivazioni concrete che ci rendono diversi nella vita di tutti i giorni”. “Abbiamo bisogno di una estesa alleanza dell’umano, fondata non sul potere, ma sulla cura”, la tesi di Papa Leone: “non sul profitto, ma sul dono; non sul sospetto, ma sulla fiducia”. “La cura, il dono, la fiducia non sono virtù per il tempo libero”, il monito del Papa: “sono pilastri di un’economia che non uccide, ma intensifica e allarga la partecipazione alla vita”. Infine, un grazie agli artisti che parteciperanno al concerto di domani in piazza San Pietro e ai Premi Nobel presenti, “sia per aver redatto la Dichiarazione sulla fraternità umana del 10 giugno 2023, sia per la testimonianza che danno nei consessi internazionali”. “Continuate a far crescere la spiritualità della fraternità attraverso la cultura, i rapporti di lavoro, l’azione diplomatica”, l’esortazione finale.