Terra Santa: p- Patton (custode), “speriamo di veder liberati prigionieri e ostaggi, riconciliate le persone”

(Foto Custodia)

A pochi giorni dal Natale, ieri mattina i frati della Custodia di Terra Santa hanno ricevuto “i fratelli” delle Chiese orientali nella sala capitolare del convento di San Salvatore per il tradizionale scambio degli auguri. Lo rende noto il sito della Custodia di Terra Santa che riporta i temi di riflessione affrontati: il secondo Natale di guerra, l’impegno per la pace, la canonizzazione dei martiri di Damasco e i recenti avvenimenti in Siria, ma anche il Giubileo sulla speranza e i rapporti fraterni tra le Chiese. “Per noi questo Natale ha un sapore e un significato speciali, perché questo è un Anno giubilare. Abbiamo dato inizio al Giubileo della speranza e celebreremo anche il 1700° anniversario del Concilio di Nicea, una delle pietre miliari della nostra unità nella fede”, ha sottolineato il custode di Terra Santa, fra Francesco Patton, nel suo indirizzo di saluto alla delegazione della Chiesa greco-ortodossa, guidata dal patriarca, Teofilo III. Il custode e il patriarca Teofilo hanno ribadito insieme l’appello perché “tacciano le armi” in Medio Oriente e la comune volontà di sostenere la presenza cristiana a Gaza, nella parrocchia latina della Sacra Famiglia e nella chiesa ortodossa di San Porfirio. “Pur in mezzo alle difficoltà”, ha detto il patriarca Teofilo, “rimaniamo saldi nella speranza che il mistero dell’Incarnazione del Verbo Divino porta nel mondo. Siamo convinti che la pace sia raggiungibile, perché Gesù Cristo appena nato è il Principe della Pace”. I due rappresentati religiosi si sono anche rallegrati per il rinforzarsi dei legami tra le due comunità, “che ogni anno diventa più forte e fraterno”. La collaborazione per quanto riguarda i lavori di restauro al Santo Sepolcro e, presto, anche quelli nella Grotta della Natività a Betlemme, è un’occasione per ulteriori passi in questo cammino. I frati della Custodia sono stati, quindi, accolti, al patriarcato greco-cattolico. Nel pomeriggio il custode e la comunità francescana di San Salvatore hanno ricevuto la delegazione del Patriarcato latino, guidata dal card. Pierbattista Pizzaballa. “Abbiamo passato un anno in cui le parole sembravano essere parole non di creazione, ma di distruzione. Odio, rancore, disprezzo, sfiducia. A Natale vogliamo riaffermare la parola di Dio per eccellenza”. Parole a cui hanno fatto eco quelle del custode, che si è soffermato sull’importanza dell’Anno giubilare anche in Terra Santa: “Speriamo di poter davvero rinnovare la speranza, veder liberati prigionieri e ostaggi, riconciliate le persone, e fatta riposare questa terra che è ormai intrisa di sangue”.

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