Natale: mons. Intini (Brindisi-Ostuni), “il Bambino è il segno della forza dell’amore di Dio”

“Siamo noi, oggi, il popolo che cammina nelle tenebre, frutto della miopia di chi governa le nazioni e cerca affermazioni di potere attraverso l’esibizione della forza militare; frutto della sempre più accentuata paura della diversità, che costruisce muri, steccati e nuovi tabù; frutto di un triste analfabetismo affettivo che profana le relazioni più intime e belle del vivere umano; frutto di un graduale allontanamento dalla convivenza sociale, civile e politica, per scivolare in un individualismo che quotidianamente celebra il rito del personale benessere, che si intreccia con la costante ricerca del potere, della ricchezza e della scalata a posizioni di vertice per una maggiore visibilità sociale”. Nel messaggio per il prossimo Natale mons. Giovanni Intini, arcivescovo di Brindisi-Ostuni, prende spunto da una pagina di Isaia. “Le tenebre sono anche frutto di un diffuso malessere sociale ed esistenziale che serpeggia in tante categorie di persone”, scrive. “Senza dimenticare le tenebre che si addensano sulla cura dell’ambiente, del paesaggio, del mare”. Ma “la luce è vita, ossigeno, respiro di ogni cosa, speranza. Oggi essa esce per noi dal cuore di quel Dio che non si è stancato di nascere e vuole ricreare il mondo, rialzarlo dalle macerie, ridargli un volto, iniziando dalle zone geografiche, esistenziali e naturali che mostrano ferite sanguinanti, frutto del male”.
“Un bambino tiene sulla sua mano la nostra vita! Se riuscissimo a capire questo e riprendessimo la strada dell’umiltà e, come i pastori di Betlemme, i sapienti venuti dall’oriente, ci fermassimo in adorazione davanti al Bambino che giace nella mangiatoia e magari lo prendessimo tra le nostre braccia, come il vecchio Simeone, allora mossi anche noi dallo Spirito, cambieremmo tante prospettive sbagliate della nostra vita, che sono figlie della nostra autosufficienza, supponenza e disincanto”. “Questa è la scommessa del Natale: nel Bambino è il cambiamento di rotta dell’umanità; nonostante la storia dei nostri giorni rischia di farci archiviare tra le utopie le parole del profeta Isaia, tuttavia, davanti alla mangiatoia facciamo professione di speranza: ‘Ogni bimbo che nasce porta al mondo il messaggio che Dio non è stanco dell’uomo’ (Rabindranath Tagore)”. “Il segno del Bambino è il segno della forza dell’amore di Dio; perciò, sarà possibile vincere la violenza, se la tenerezza abita il nostro cuore, se facciamo crescere dentro di noi l’innocenza del Bambino, se riscopriamo l’abbandono, la fiducia, il bisogno di abbraccio”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Diocesi