“Sono fermamente convinta che il Vaticano abbia svolto e continuerà a svolgere un ruolo molto importante in ambito umanitario”. È quanto afferma in un’intervista ad Avvenire e Sir Iryna Vereshchuk, vicecapo dell’Ufficio del Presidente d’Ucraina, che a Roma ha incontrato il card. Matteo Zuppi, inviato speciale della Santa Sede per la missione umanitaria in Ucraina, al quale ha consegnato nuovi “elenchi dei prigionieri” e con cui “sono state discusse le possibili misure che il Vaticano potrebbe adottare per facilitarne il rilascio”. Ieri Vereshchuk è stata ricevuta nel Palazzo apostolico dal cardinale segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin. “Il cardinale Zuppi è impegnato in iniziative significative e sostiene le nostre istanze”, ha spiegato la vicepremier ad Avvenire e Sir. “Lo ha dimostrato l’incontro con le donne che hanno i familiari prigionieri: le ha ascoltate e ha assicurato ogni azione possibile. Il nostro obiettivo è rafforzare gli sforzi internazionali. Ecco perché serve un ulteriore slancio nei rapporti fra Santa Sede e Ucraina. Infatti, la voce della Chiesa rimane imprescindibile. Fin dai primi giorni della guerra mi occupo degli scambi. Ho visto tornare i primi bambini, i primi civili, i primi militari: si tratta di emozioni uniche. Sono quindi la prima testimone di quello che succede quando si ha fede. Al cardinale Zuppi ho raccontato che con la mia famiglia seguiamo la Regola benedettina ‘Ora et labora’. Un motto che in questi anni di guerra tutta la popolazione ucraina ha trasformato in ‘Prega e lotta’”.