Diocesi: Vicenza, il vescovo Brugnotto ha presiede l’Assemblea ecclesiale. Riflessione sul contributo dei giovani

Si è svolta oggi, al centro diocesano “A. Onisto” di Vicenza, un’assemblea diocesana alla quale sono stati invitati più di 400 rappresentanti delle unità pastorali, delle diverse associazioni e realtà ecclesiali. L’incontro è stato voluto – precisa un comunicato – come “segno di continuità con l’assemblea diocesana dello scorso 8 febbraio a Schio, alla quale hanno partecipato oltre 1.400 persone da tutta la diocesi”. Il cammino di riflessione avviato “coinvolge diversi elementi: dalle unità pastorali alla partecipazione dei laici come protagonisti attivi nella cura pastorale delle comunità”. Dopo la preghiera iniziale ha preso la parola il vescovo Giuliano Brugnotto che “ha offerto qualche sottolineatura sul Vangelo delle nozze di Cana, scelto per questo importante appuntamento della chiesa berica: la gioia umana che viene a mancare, l’attenzione di Maria che constata un bisogno senza comandare e la gioia nascosta nel quotidiano, quella dell’acqua divenuta vino che rallegra la festa”.
“Questo Vangelo ci interpella come comunità cristiana. Siamo ancora capaci di offrire il vino buono? Oppure presentiamo sempre e solo ciò che è corretto, ma non ciò che scalda il cuore? Tante persone si allontanano perché non sentono il calore del fuoco e il profumo della gioia”, ha detto il vescovo. La strada indicata da mons. Brugnotto è la seguente: “Occorre avere cuori docili e comunità accoglienti. Occorre essere madri come Maria, che sappiano intercettare le mancanze e sussurrare: ‘Non hanno vino’. Allora, sì, il miracolo può accadere ancora”.
Il vescovo è entrato in un passaggio delicato che coinvolge la diocesi ricordando che, accanto alla commissione denominata “Laboratorio pastorale”, era stato creato un gruppo di giovani coordinatori. “Nei mesi successivi all’8 febbraio, il cammino si è fatto più difficile. Il rapporto tra i membri del Laboratorio pastorale e i giovani coordinatori si è rivelato complesso, fino a scoraggiarli nella prosecuzione della collaborazione. Ho avuto modo di dialogare sia con i membri del Laboratorio, sia con i giovani coinvolti”, ha spiegato Brugnotto. “Abbiamo commesso degli errori. Ma è proprio da questi che possiamo imparare. La Chiesa non cammina per progetti perfetti, ma per relazioni autentiche, anche con le nuove generazioni. E senza il contributo delle nuove generazioni, il nostro cammino sarà monco. Per questo abbiamo scelto di modificare tempi e modalità del cammino. Vorrei che questo momento, che possiamo anche chiamare un ‘incidente di percorso’, potesse essere affrontato con serenità e verità insieme al Consiglio pastorale diocesano e ai facilitatori, che in questi anni sono stati una risorsa preziosa”.
Tre sono state le visioni indicate per il cambio di mentalità: la visione di Chiesa, quella del ministero del prete e quella dei laici.
Infine mons. Brugnotto è passato a dare alcune informazioni sulla vita diocesana. La prima ha riguardato il seminario che non chiude, ma cambia: diventa “Seminario insieme” e non un seminario interdiocesano perché vi è ancora sperimentazione da verificare tra le diocesi vicentina, di Padova, di Chioggia e di Adria-Rovigo. Il vicentino don Aldo Martin è il Rettore che coordinerà un’équipe formativa proveniente dalle quattro diocesi. I seminaristi sono 18 e di questi 3 vicentini.
Il vescovo ha incoraggiato la pastorale vocazionale nelle diverse espressioni, anche diocesane con i gruppi Hands Up, Sentinelle e Sichem. Nella comunità del Mandorlo, propedeutica alla teologia, stanno per entrare 4 giovani che hanno partecipato alcuni dei cammini vocazionali diocesani.

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